“Dogman” trionfo (meritato) ai David. E Borghi vince con Stefano Cucchi

È “Dogman” il grande vincitore di questa edizione 2019 dei david di Donatello, con 9 statuette. Alessandro Borghi è il miglior attore nelle vesti martoriate di Stefano Cucchi (a cui dedica il premio), nel film di Alessio Cremonini, “Sulla mia pelle”. A Guadagnino due statuette e a Nanni Moretti quella del miglior documentario e poi pioggia di David speciali. Così il verdetto degli Oscar italiani 2019 consegnati meroledì sera nel corso della cerimonia romana …

Dogman è il più bel film italiano dell’ultima stagione. E lo “dicono” anche i David di Donatello. Dopo le vittorie del suo magnifico protagonista, Marcello Fonte (Palma d’oro ed Efa come miglior attore), dopo la corsa all’Oscar per l’Italia, Matteo Garrone col suo straordinario lavoro sul “canaro” porta a casa 9 David di Donatello, tra cui i più importanti: miglior regia, film e anche quello per l’interprete non protagonista, Edoardo Pesce, nei panni del pugile carnefice fuori di testa, Simoncino.

Miglior attore, invece, è Alessandro Borghi, il martoriato Stefano Cucchi di Sulla mia pelle, altro grande vincitore di questa edizione degli Oscar italiani. Al film, dedicato al giovane geometra romano ammazzato di botte dopo l’arresto e divenuto simbolo dei diritti negati e dei troppi omicidi di Stato, vanno anche i David al miglior regista esordiente, Alessio Cremonini, il David Giovani e quello per la miglior produzione: la Cinemaundici di Olivia Musini e Lucky Red di Andrea Occhipinti che, dal palco, ricordano come il film sia diventato una sorta di fenomeno nelle piazze e nelle università e che, grazie a Netflix, sia orrivato in oltre cento paesi.

Sotto l’insegna Netflix anche il miglior film straniero: lo splendente Roma del messicano Cuaron, inarrestabile nella sua raccolta di premi internazionali.

Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, poi, tra gli autori più “dimenticati” del nostro cinema, vince per la canzone Mystery of Love di Sufjan Stevens e, soprattutto, “rivince” per la sceneggiatura ispirata all’omonimo romanzo dello scrittore americano André Aciman che aveva già regalato l’Oscar 2018 a James Ivory. Qui nella versione italiana dei David – chissà perché – diventa “sceneggiatura originale” per incoronare lo stesso Guadagnino, James Ivory e Walter Fasano.

Nanni Moretti col suo Santiago Italia, si aggiudica il David per il miglior documentario, rendendo l’onore delle armi agli altri finalisti (“film intelligenti e di qualità), tra cui il nostro favorito, Arrivederci Saigon di Wilma Labate.

Pioggia di David speciali, ancora sul grande Dario Argento, la costumista da Oscar Francesca Lo Schiavo, la bella Uma Thurman e quello annunciato all’ultimo momento per Tim Burton, di passaggio a Roma per l’uscita del suo Dumbo targato Disney.

Qualche premio qui e là, poi, per non dimenticare quelli che contano. Ad Elena Sofia Ricci, nei panni di Veronica Lario, il David come miglior attrice per il dimenticabile Loro di Paolo Sorrentino. E a Marina Confalone, straordinaria interprete napoletana (magnifica anche come scimmia ne Il signor Rotpeter) persino nell’intollerabile  Il vizio della speranza di Eduardo De Angelis, il premio come attrice non protagonista. Rinnovati sì questi David 2019, ma qualche vizio ce l’hanno ancora.