Editori e scrittori nella ronde comica di Assayas. Segreti e bugie tra le lenzuola
In sala dal 3 gennaio (per I Wonder Pictures) “Il gioco delle coppie”, titolo italiano di “Doubles vies (Non-fiction)” nuovo atteso film di Olivier Assayas, passato in concorso a Venezia 75. Una girandola di personaggi che, mentre si interrogano sul futuro dell’editoria, si tradiscono a vicenda. Un film dall’odore rohmeriano, di tante parole, in cui ognuno dice la sua prendendo parte a questa ronde comica. Con la splendida Juliette Binoche nei panni dell’adultera moglie dell’editore adultero …
Un forum di discussione sul futuro dell’editoria. Questo diventa presto Il gioco delle coppie, titolo italiano di Doubles vies (Non-fiction), il nuovo film di Olivier Assayas passato in concorso a Venezia. Dove “nuovo” per una volta ha senso: non si ricorda, a memoria, un film che tematizzi la questione del futuro dell’editoria a tale livello.
Il protagonista è il direttore di una casa editrice (Guillaume Canet) che all’inizio rifiuta il libro di uno scrittore controverso (Vincent Macaigne), ennesimo tassello della sua autobiografia sentimentale trasfigurata. Solo che, stavolta, l’autore descrive la sua relazione adultera con la moglie dell’editore, Juliette Binoche. Insieme a lui Canet assolda anche una consulente digitale: finiranno tra le lenzuola, ma è una breve relazione.
Nel frattempo però si dibatte sul futuro del libro: dove sta andando? E-book, digitale, bestseller e romanzi d’autore, boom dei libri da colorare per adulti: ognuno dice la sua in questa ronde comica dall’odore rohmeriano, che cambia registro nel cinema recente di Assayas ma non sorprende. Il dubbio sul domani della tecnologia innerva la sua filmografia: si ricordi solo la Kristen Stewart di Personal Shopper, che riceve messaggi sul cellulare da un fantasma e “ci crede”. Ecco allora che, qui, la compagna di Macaigne che ricarica tutti insieme una quantità di cellulari e iPad è la logica continuazione di quel discorso.
I personaggi parlano del sistema editoriale, ma ricadono sempre nella carne: in questa contraddizione sta un senso del film, e il dispositivo metaletterario del regista che rimesta anche nel banale, nell’ovvio, nella facile previsione sul domani. L’anno scorso Frederick Wisenan, in Ex Libris, interrogava il libro a confronto col digitale, mostrava una biblioteca di e-book: stavolta Assayas lo fa sì con una commedia, ma una satira “seria” che guarda in faccia noi e il presente. Molto stratificata: sulla profondità dei suoi abissi, basti a titolo di esempio il personaggio di Juliette Binoche che invita a rispettare la privacy della “vera” Juliette Binoche.
Per chi vorrà c’è il gioco delle citazioni: da Star Wars a Il nastro bianco (in una sostituzione esilarante), da Thomas Bernhard al Gattopardo, nel celebre aforisma del principe di Salina sul cambiamento, qui anche banalizzato, ripetuto a memoria. Ma, soprattutto, c’è dietro un problema aperto dell’oggi: insinuato con una levità che finisce come uso dell’autore, con una magnifica canzone in sottofondo che porta alla scena corale, a un confronto e a una nuova nascita. Avrebbe meritato un premio.
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