Il ritorno dei fratelli Coen nel Far West. Ma ci piacciono di più in città

Soltanto su Netflix, dal 16 novembre, senza passare per le sale, “The Ballad of Buster Scruggs“, nuovo attesissimo film dei fratelli Coen prodotto dal colosso dello streaming. Sei episodi da un libro – scritto dagli stessi registi – di storie western, in cui si divertono come pazzi a giocare col genere, tra John Ford, Sergio Leone e il musical. Tanto divertimento per i fans, ma un po’ di noia per chi non è della “setta”. A Venezia 2018 ha vinto per la miglior sceneggiatura …

“Il Grinta”

Sei storie del vecchio West. Sei ballate sulla Frontiera, raccolte in un vecchio libro con la copertina di cartone (così si apre il film), come quelli delle favole della buonanotte dei Grimm. Anche se stavolta i fratelli in questione sono ben altri, ma non meno capaci di stupire con stralunati personaggi che hanno segnato intere generazioni.

Joel ed Ethan Coen arrivano in concorso a Venezia 75 col secondo e più atteso film Netflix, dopo Roma di Cuaron. The Ballad of Buster Scruggs, nuova dichiarata incursione nel western dopo Il Grinta del 2010, con l’ex “dude” Jeff Bridges nei panni del “vendicatore”, nato dalla penna di Charles Portis nel ’68.

Il loro “debutto in tv “, era stato annunciato. Effettivamente, a parte la serie da Fargo per la regia di Noah Hawley, i papà del Grande Lebowski col piccolo schermo non avevano avuto nulla a che fare. Finché il colosso dello streaming ha chiamato. Da grandi manipolatori dei generi, infatti, i fratelli del Minnesota non si sono fatti scappare l’occasione di giocare ancora una volta con la letteratura western, (molto in voga qui al Lido, a breve passerà anche il western di Jacques Audiard, The Sisters Brothers), loro grande passione da sempre (questi racconti li hanno scritti nel’arco di 25 anni anni).

Ecco allora sei episodi – per la Mostra un unico film di 133 minuti – di varia durata che appaiono come una vera e propria antologia della Frontiera secondo loro. Praticamente una Bibbia per appassionati, in cui scovare omaggi e citazioni (anche a loro stessi) tra follia e cinefilia. Dalla più scontata Monument Valley di John Ford alla più nerd Tucumcari, il paese del New Mexico immortalato da Sergio Leone in Per qualche dollaro in più (come ci ha rivelato Teresa Marchesi).

Nel mezzo ci sono spietati killer canterini (Tim Blake Nelson) che, una volta fatti secchi dal pistolero ancora più veloce, volano in cielo con le ali bianche in stile Lavazza. C’è il vecchio cercatore d’oro (che bello il grande Tom Waits coi suoi capelli bianchi) che sfida il destino nella valle incantata stile Walt Disney. E ancora c’è il rapinatore di banche (James Franco) dal perenne cappio al collo, il malinconico freak che recita il suo dolore davanti a luridi cowboy, passando per la carovana di coloni assalita dagli indiani, fino all’ultima diligenza guidata da un Caronte di anime perdute e molto chiacchierone.

I fratelli Coen, disinvolti come sempre, passano dal black humor alla comicità surreale, dal melodramma al musical, con una puntatina finale anche nel gotico. È una vera girandola di stili e personaggi, insomma, questo The Ballad of Buster Scruggs, un giocattolone postmoderno che, come tale funziona solo in parte, lasciando tanto spazio alla noia per chi non fa parte della “setta”. Su Netflix dal 16 novembre, però, sicuramente troverà i suoi culturi. Per noi il meglio dei Coen resta altro.