Se la camorra emigra in Belgio
In sala dal 12 maggio “Pericle il nero”, il noir di Stefano Mordini dall’omonimo romanzo di Giuseppe Ferrandino che passerà a Cannes il 19 maggio. Riccardo Scamarcio nei panni del camorrista che fa il peggior lavoro del mondo…
Difficile dire in quante mani – di registi – sia passato Pericle il nero, il romanzo di Giuseppe Ferrandino prima di arrivare in quelle di Stefano Mordini che adesso si gode le “glorie” di Cannes, unico italiano nella selezione ufficiale. Fatto sta che se all’adattamento del romanzo dello scrittore e fumettista campano si fosse arrivati vent’anni fa (la prima pubblicazione è del ’93) sarebbe potuto diventare davvero un caso. Magari un caso alla Gomorra, prima di Gomorra.
Arrivando oggi, invece, l’impatto è inevitabilmente affievolito. Nonostante la scelta di spostare l’azione dalla Campania al Belgio, Liegi in particolare, la città natale dei fratelli Dardenne, coproduttori con Raicinema e la Buena Onda di Valeria Golino e Riccardo Scamarcio, quest’ultimo nei panni del protagonista. Ossia quel Pericle Scalzone, detto il nero, che tra i tanti camorristi di letteraria e cinematografica memoria ha una sua particolarità: “fa il culo alla gente”. E non in senso figurato, ma letterale. Pericle Scalzone va in giro a “svergognare” chiunque osi mettersi di traverso negli affari di Don Luigi, boss napoletano, qui emigrato in Belgio e suo datore di lavoro.
Un mestiere da dannato che Scamarcio incarna con meticolosa determinazione. Lo vediamo subito, braghe calate, darsi da fare con le sue vittime e, a tempo perso, fare pure l’attore nei film porno. Una routine a suo modo, la sua, che dura fino al giorno in cui, durante una di queste sue “azioni punitive” nei confronti di un prete, qualcosa andrà storto e sarà costretto alla fuga.
Comincia così la parte road movie che lo porterà fino a Calais (nel libro è Pescara), città simbolo di altri dannati dei nostri giorni, i migranti, di cui però nel film non c’è nessuna traccia. Braccato dagli uomini dei boss (a questo punto sono due le famiglie camorriste “contro”) Pericle troverà rifugio a casa di una donna con prole che gli offrirà un possibile spiraglio di futuro e redenzione. Diversamente dal romanzo, in cui Pericle vive di una sua più autentica brutalità, sottolineata anche da una lingua di potente crudezza, nel film il protagonista viene piegato a tratti più “umani”, quasi da uomo in cerca del focolare domestico. E di cui ignoriamo tutto del suo passato.
Con sguardo documentaristico Stefano Mordini, ritrova le atmosfere “proletarie” già narrate nei precedenti “Provincia meccanica” e “Acciaio”, adattamento del romanzo di Silvia Avallone. La desolazione dei pasaggi geografici ed umani, però, non supportano fino in fondo il cambio di scenario che soffre della “traduzione”.
Pericle il nero esce nelle sale italiane il 12 maggio per Bim. Mentre a Cannes passerà il 19 maggio nella sezione Un certain régard. Vai a capire i misteri della distribuzione.
Gabriella Gallozzi
Giornalista e critica cinematografica. Fondatrice e direttrice di Bookciak Magazine e del premio Bookciak, Azione!. E prima, per 26 anni, a l'Unità.
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