Se la “terapia di coppia per amanti” (al cinema) non funziona
Pre-apertura della Festa di Roma il 23 ottobre e poi in sala dal 26 ottobre, “Terapia di coppia per amanti”, il film di Alessio Maria Federici dall’omonimo libro di Diego De Silva. Ambra Angiolini e Pietro Sermonti nei panni un po’ sbiaditi di due amanti con rispettive famiglie che vanno dallo strizzacervelli perché temono la crisi. Ma la trovata è tutta qui…
Diciamolo subito, la trovata è quella che suggerisce il titolo, dopodiché il film finisce lì. E ci ritroviamo di fronte alla solita commedia, tanto italiana, con la solita coppia che litiga. Con la variante – e questa è la trovata – che la solita coppia che litiga non è composta da due coniugi, fidanzati o compagni nella vita, ma due amanti con rispettive famiglie che finiscono dallo strizzacervelli perché “in crisi”.
Diego De Silva, scrittore napoletano di genere brillante e navigato esploratore delle relazioni sentimentali, torna al cinema col suo Terapia di coppia per amanti, amabile romanzo (leggi la recensione di Marina Pertile) del 2015, qui portato sul grande schermo dall’esperto di commedie Alessio Maria Federici (Lezioni di cioccolato 2, Tutte lo vogliono).
Con Ambra Angiolini e Pietro Sermonti nei panni degli amanti nevrotici e litigarelli e Sergio Rubini – già complice di De Silva nel precedente adattamento del suo Dobbiamo parlare – in quelli dell’analista a sua volta da “analizzare”, il film perde subito per strada la verve del romanzo, nonostante il contributo alla sceneggiatura dello stesso scrittore.
Più macchiette che personaggi Viviana e Modesto si muovono nelle loro vite a mo’ di comparse. Di lei sappiamo che è nevrotica, ha un marito giornalista troppo impegnato e un figlio adolescente che tratta come un pupo, salvo poi “dimenticarselo” ogni volta che ha gli appuntamenti hard col l’amante. Modesto invece è mite, un po’ vigliacco ed è un musicista di talento – anche lui con figlio e moglie a carico – ma schiacciato da un padre mito del jazz e vecchio puttaniere.
Viviana e Modesto che consumano i loro incontri clandestini nelle ore diurne, in realtà insieme “funzionano” davvero e non solo a letto. La motivazione di lei a trascinarlo dallo strizzacervelli, infatti, appare incomprensibile. L’amore si sa è litigarello. E non c’è bisogno della “terapia di coppia” per capirlo. Sono piuttosto i loro matrimoni ad essere arrivati al capolinea. Indovinate, insomma, come andrà a finire.
Nonostante dialoghi e battute a volte azzeccati e momenti condivisibili, il film procede a singhiozzo, attraverso una narrazione confusa e sbiadita. Come sbiaditi appaiono gli stessi interpreti. Peccato.
Terapia di coppia per amanti sarà proiettato il 23 ottobre (20.30), alla Casa del Cinema, tra le pre-aperture della Festa di Roma e poi in sala dal 26 ottobre, distribuito da Warner Bros.
Gabriella Gallozzi
Giornalista e critica cinematografica. Fondatrice e direttrice di Bookciak Magazine e del premio Bookciak, Azione!. E prima, per 26 anni, a l'Unità.
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