L’amore è un fatto (e un film) collettivo
A Torino il nuovo lavoro partecipato della factory di Antonietta De Lillo: “Oggi insieme, domani anche”. Riflessione a più sguardi sui cambiamenti del sentimento amoroso ai tempi della crisi ed oltre…
Gigi Proietti che dice “No, no, nooooooo e ancora: No!”. Anche lui parla d’amore. Meglio, di come tutelare l’amore attraverso il divorzio. È il filmato d’epoca – strepitoso – della campagna referendaria del ’74, che di Oggi insieme, domani anche spiega il cuore pulsante: indagare l’amore al di là delle convenzioni sociali, o meglio attraverso la loro trasformazione. Per cui famiglie arcobaleno, coppie eternamente tradizionali con eterni battibecchi, separazioni violente, coppie scoppiate che attraverso l’amore trovano nuovi equilibri, famiglie di fatto per tutta una vita, prima in segreto e ora alla luce del sole. Giovani e giovanissimi che compiono il superamento del genere.
Insomma, un mosaico di istantanee del presente intorno al tema degli affetti messe insieme ancora una volta dal “telaio” di Antonietta De Lillo e della sua Marechiarofilm che, nell’idea post moderna del film partecipato, ha trovato nuova linfa creativa dimostrando che il “noi” funziona meglio dell'”io”. O almeno diverte molto di più. Soprattutto se si parla d’amore…
Lo abbiamo già visto con Il pranzo di Natale (2010), primo esperimento di crowdsourcing, come dicono alla Marechiaro, e lo vediamo di nuovo con Oggi insieme, domani anche- nome in codice Oida -, calorosamente accolto al Torino filmfest. Si tratta cioè di “frammenti” a tema di autori noti, sconosciuti, apprendisti, appassionati che, “remixati” nel film partecipato, creano una nuova narrazione. Detto con la parole di Antonietta De Lillo suona così: “Tra le varie mutazioni che il cinema ha subito con l’avvento del digitale c’è anche quella relativa al concetto di originale. Con il digitale non si parla più di originale ma di file nativo”… quindi:”la mia idea di progetto partecipato – prosegue la regista de Il resto di niente – si estende fino alla possibilità che gli autori possano trovare una sponda per realizzare la loro narrazione, il loro film, e poi possono offrire le loro stesse immagini come parte del racconto del film partecipato. Il film partecipato è il fine ultimo del progetto, ma non l’unico”.
Sono un piccolo esercito, infatti, gli autori che hanno offerto il loro doc per Oida. Ventuno lavori firmati da più che altrettanti registi (Fabiana Sargentini, Fabiomassimo Lozzi, Ferrente&Piperno, Marco Simon Puccioni, la stessa De Lillo e tanti altri) per guardare all’Italia dei sentimenti, amorosi per lo più, sulla falsariga del sempre presente Comizi d’amore pasoliniano e a quarant’anni dall’epocale referendum sul divorzio.
Ecco quindi due anziane “signorine” – quando essere lesbiche si doveva nascondere in questo modo! – che raccontano del loro amore trasformato oggi, come per qualsiasi coppia etero, in accudimento nei confronti della più anziana e malata. Due giovani compagne, orgogliosamente lesbiche e in attesa di un figlio. La famiglia arcobaleno di una coppia gay. Ma anche gli amori più “convenzionali” di una coppia di anziani – e fantastica – la scrittrice Laura Adorno e suo marito che dopo una vita insieme attraversano insieme anche questo film, intervallandolo con i loro battibecchi di pura comicità. Mentre altri “testimoni” raccontano di un amore che continua anche dopo la separazione, con nuove famiglie, magari e nuovi quotidiani a cui il titolo del film allude esplicitamente.
Si sorride, si partecipa e ci si fa accompagnare con gusto dalle riflessioni dei protagonisti di Oggi insieme, domani anche, appartenenti alle più varie classi sociali. Che parlano di crisi pure e certamente. Come chi all’amore ha “dovuto” rinunciare proprio per questo. O chi nell’amore non crede più o ancora lo sta cercando. Di violenza familiare, di abbandoni pure si racconta. E di sessualità anche, nella terza età. Sì, ce lo racconta un divertito commesso di un sexy shop frequentato anche da donne ottantenni che lui “ammira” e consiglia nella ricerca del prodotto più adatto.
Ci sono anche tanti giovani poi che rifiutano qualsiasi etichetta. Gay, lesbo, per loro non significano nulla. “Perché ci si innamora di una persona – dicono – che sia un uomo o una donna non è importante”, racconta un ragazzo passato dall’amore per un ragazzo a quello per una ragazza e “ritorno”.
Il tono è lieve, la musica “acchiappa”, le immagini divertono. E l’ora e mezza di Oida passa via leggera, lasciando forse qualche domanda in sospeso. Ma non si tratta, attenzione, di un “bestiario”, quello sarà l’obiettivo del prossimo film partecipato: L’uomo e la bestia sul’armonia perduta tra universo umano e animale. Le iscrizioni sono aperte.
Gabriella Gallozzi
Giornalista e critica cinematografica. Fondatrice e direttrice di Bookciak Magazine e del premio Bookciak, Azione!. E prima, per 26 anni, a l'Unità.
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