Tremate, tremate le “Sbagliate” son tornate…

Appuntamento giovedì 8 marzo all’Apollo 11 di Roma (ore 21) con “Sbagliate”, il doc di Daria Menozzi ed Elisabetta Pandimiglio dedicato alle donne che scelgono di non fare figli. Una riflessione appassionata su un tema che in Italia è ancora un tabù, contro la retorica dominante della maternità a tutti i costi. Al termine della proiezione dibattito con le registe …

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Tira una bella aria in Sbagliate, il film di Daria Menozzi ed Elisabetta Pandimiglio in tournée per festival dal 2016 (l’anteprima al Biografilmfest di Bologna) e ospite dell’Apollo 11 a Roma, per un 8 marzo “diverso”.

Un’aria che dice di una ritrovata libertà: le donne riprendono la parola. E non per difendere diritti fondamentali messi nuovamente a rischio in questo squarcio di nuovo medioevo che è stato l’inizio del nostro secolo. Ma per parlare, come c’eravamo dimenticate da tanto, di identità, di bisogni, sentimenti e di scelte. Come quella di non avere figli. Forse la più difficile o quantomeno la più osteggiata dalla cultura dominante – cattolica o non, conta poco – che alle “non madri”, per scelta, assegna uno stigma negativo. Come si trattasse di un deficit, di un pezzo mancante, di un senso di incompletezza che paga pegno alla retorica della maternità.

Eccole dunque le Sbagliate che le due registe, abituate da sempre a scavare nel reale senza tesi precostituite, ma al servizio di una ricerca etica e stilistica, come nel caso de I diari della Sacher, prodotti da Nanni Moretti, hanno “raccolto” intorno ad un tavolo. Donne comprese tra i 30 e i 60 anni che vivono a Modena, Firenze, Roma. Chi ha vissuto gli anni delle battaglie per l’emancipazione e del femminismo, chi di tutto questo non sa nulla.

Eppure, come le altre, non ha avuto figli, per scelta o anche per caso. Affrontandone, comunque, le “conseguenze” che, per tutte, significa essere bollate come “divese”. Anche dalle loro famiglie e dalle loro madri soprattutto (“se non ti vuoi sposare, almeno fai un figlio!”). Parlano di quel certo “imbarazzo” che segue sempre alla domanda: “hai figli?”. Di quel sentirsi a “metà”, “incomplete”, “sbagliate”, appunto. S’interrogano su cosa sia d’avvero “l’istinto materno” al di là del luogo comune. Sulla vita di coppia, sul superamento della famiglia tradizionale, sullo spazio affidato alla vita professionale.

Le donne, insomma, riprendono la parola. Finalmente. Raccontando le proprie vite, le esperienze, anche le più personali, come in una sorta di ritrovato spazio di “autocoscienza”. E si fanno domande soprattutto, perché le nostre Sbagliate non sbandierano tesi. Nè hanno verità in tasca. Semplicemente si interrogano su nuove scelte di libertà i cui segnali si «catturano» qui e là in giro per il mondo. Come ci racconta il movimento «Child-free» statunitense che si spinge ad indagare nuovi stili di vita, analizzando la maternità non più individualmente ma socialmente. O come fa un nome storico del femminismo francese, Elisabeth Badinter, che nel suo Le conflit. La famme et la mère, pone come via di fuga, o meglio di libertà per la donna, proprio la scelta di non avere figli.

Se si tratta di un nuovo femminismo alle due registe non importa. A Daria Menozzi ed Elisabetta Pandimiglio non interessano le etichette, quanto piuttosto l’analisi approfondita della realtà, come sempre hanno fatto nel loro lavoro. E ancor più in questo caso in cui si tratta di restituire all’universo femminile uno spazio di verità, mai di questi tempi così mistificato. Sbagliate, insomma, è davvero una bella ventata d’aria nuova.