La coppia in crisi di Simi vince lo Scerbanenco 2015
Il riconoscimento al miglior libro noir italiano dell’anno va a “Cosa resta di noi”. Menzione speciale all’investigatrice bolognese nata dalla penna di Grazia Verasani che torna in “Senza ragione apparente” . La premiazione al Courmayer con “dibattito” sulla narrativa di genere…
È Cosa resta di noi di Giampaolo Simi (Sellerio) il vincitore del Premio Scerbanenco 2015. La cerimonia di premiazione svoltasi ieri sera (10 dicembre), nella terza giornata del festival di Courmayeur, lo ha premiato per il miglior romanzo noir italiano: “per aver messo al centro la crisi di coppia sullo sfondo della provincia italiana, raccontata con efficace crudeltà, riuscendo ad allargare i rigidi confini del genere noir, con una scrittura sorvegliata, attenta alle più nascoste motivazioni dei personaggi”.
Cosa resta di noi, ambientato in Versilia per atmosfere e sentimenti descritti è stato paragonato ai romanzi di Patricia Highsmith. Qui Simi racconta di Guia – ragazza di antica famiglia- scrittrice, sposata-amata con Edo. La sua felicità però è rovinata dall’impossibilità di avere un figlio. Nella vita di Edo intanto appare un’altra donna che seduce e scompare, svanisce nel nulla inspiegabilmente ma lasciando tracce che non possono essere cancellate. La sua scomparsa diventerà e segnerà l’irrompere di una realtà cieca e distruttiva nella crisi che Edo e Guia stanno cercando di affrontare in un amore che scompone.
Nella cinquina dei finalisti anche Città di polvere di Romano De Marco (Feltrinelli), Luce perfetta di Marcello Fois (Einaudi), Il regno degli amici di Raul Montanari (Einaudi), Senza ragione apparente di Grazia Verasani (Feltrinelli).
Alla Sala Maserati Winter Lounge – Jardin de l’Ange, in giornata, quattro dei cinque finalisti hanno provato, oltre l’illustrazione del proprio racconto, a discutere di “generi”. Ricercando magari tratti unificanti generazonali come le colonne sonore; proprio Simi sottolinea come nel suo racconto la distanza di età dei protagonisti si misuri (pure in un ritorno a Manchester) tra i Joy Division e i Blur.
E ancora l’adolescenza come tema comune, come “indagine e lavoro sull’incubo” nel delicatissimo equilibrio tra logos e fantasia. Il perdersi negli angoli nascosti o paralleli del romanzo drama. L’esilio e l’ appartenenza come trama e scrittura – che ci ricorda Fois – sono equivalenti. Il nodo della “deontologia della scrittura”, degli scrittori che “denunciano le proprie parentele”. Il noir agisce ne l’incidente.
Il Premio Scerbanenco, intitolato ad uno dei padri del giallo in Italia, è uno degli eventi cardine nel programma del Festival valdostano; realizzato in accordo con la famiglia Scerbanenco viene assegnato a “un’opera di narrativa italiana di genere noir”.
La cinquina dei finalisti è stata frutto dei voti dei lettori e della Giuria Letteraria, composta da Cecilia Scerbanenco (Presidente), Valerio Calzolaio, Luca Crovi, Loredana Lipperini, Sergio Pent, Sebastiano Triulzi, John Vignola. Dei cinque finalisti il più votato dal pubblico è stato Romano De Marco con Città di polvere che ha ottenuto 360 preferenze. Seguito da Raul Montanari, Il regno degli amici (184 voti); Giampaolo Simi (62 voti); Marcello Fois con Luce perfetta (55 voti).
Giampaolo Simi nel 1995 ha pubblicato il racconto Viaggiatori nella tempesta, aggiudicandosi il Premio Lovecraft. Con il primo dei suoi dieci romanzi, Il buio sotto la candela vince il Premio Nino Savarese. Arriva alla finale dello Scerbanenco con Direttissimi altrove nel 1999 e l’anno successivo con Tutto o Nulla. I suoi libri, tra cui anche Il corpo dell´inglese (2004) e Rosa elettrica (2007) vengono tradotti all’estero. Nel 2012 esce La notte alle mie spalle (Premio Pea 2013). Collabora come soggettista e sceneggiatore alle serie Ris e Ris Roma. Dal racconto Luce del Nord ha scritto con lo sceneggiatore Vittorino Testa, l’omonimo film per la televisione girato da Stefano Sollima (nella foto).
Una menzione speciale va a Senza ragione apparente di Grazia Verasani “per il felice ritorno dell’originale investigatrice bolognese, questa volta a confronto con il tormentato mondo degli adolescenti”. Il libro, infatti, è una nuova avventura di Giorgia Cantini, creatura letteraria della scrittrice bolognese già portata sul grande schermo da Gabriele Salvatores in Quo vadis, baby? diventato poi una serie tv per la regia di Guido Chiesa.
Senza ragione apparente narra il suicidio di uno studente diciassettenne di Bologna, Emilio, il cui messaggio sibillino, “sono stanco”, lascia tutti increduli. La madre, per prima, incapace di accettare il gesto del figlio, ingaggia l’investigatrice Cantini per scovare i responsabili morali della morte del figlio. Ma nel corso delle indagini la protagonista si scontrerà contro un mondo nascosto, una realtà in cui il vero senso delle cose sembra sempre più difficile da comprendere.
14 Dicembre 2016
Scerbanenco 2016 a “La lettrice scomparsa”
Anche "se non proviene strettamente dalla letteratura noir", la giuria se n'è…
12 Febbraio 2017
“Capital”, la commedia umana ai tempi della crisi
Si conclude martedì 14 febbraio con la quarta e ultima puntata - su LaEffe -…
26 Ottobre 2015
Pasolini racconta Pasolini e la Rai lo nasconde nella notte
Un ricordo del poeta corsaro a quarant'anni dalla sua scomparsa, in onda alle…