CineRivoluzioni d’ottobre. Dalla Russia con furore, una rassegna doc

Dal 13 al 20 novembre a Roma una ricchissima rassegna di studi e proiezioni (Il progetto e le forme di un cinema politico a cento anni dalla rivoluzione d’ottobre) dedicata al rivoluzionario cinema sovietico delle avanguardie. Curano l’iniziativa Pietro Montani e Giovanni Spagnoletti. Tra gli organizzatori l’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico e la fondazione Gramsci …

Due giornate di studio, ventisei film tra cui i capolavori del cinema sovietico con vere e proprie chicche, due eventi speciali e una mostra.

È Il progetto e le forme di un cinema politico a cento anni dalla rivoluzione d’ottobre, titolo – non proprio accattivante – della cine-rassegna che si svolgerà a Roma dal 13 al 20 novembre, curata da Pietro Montani e Giovanni Spagnoletti e organizzata da una lunga cordata di istituzioni, capeggiata dall’ Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (a cui seguono Fondazione Gramsci, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Casa del Cinema, NOMAS Foundation e Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, più il patrocinio delle Università romane Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre).

Sarà l’occasione per scoprire chicche come Le straordinarie avventure di Mr. West nel paese dei Bolsceviki (1924), commedia di Lev Vladimirovič Kulešov che per primo usa il cinema nel cinema per portare un americano in Urss. O vedere il prezioso materiale girato da Ejzenštejn per il suo film messicano incompiuto Que viva Mexico! (1931) – su cui si è cimentato anche Peter Greeneway – , nella ricostruzione filologica di Jay Leyda custodita al MoMA, ascoltando stralci dai suoi diari messicani, letti dall’attrice Giovanna Bozzolo. O ancora (ri) vedere capisaldi di questa storia del cinema, come L’uomo con la macchina da presa di Dziga Vertov, Sciopero! sempre di Ejzenštejn, La terra (1930) di Aleksandr Dovženko o Tempeste sull’Asia (1927) di Vsevolod Pudovkin.

“A distanza di un secolo dalla Rivoluzione di Ottobre – afferma Montani -, nell’epoca della pressoché compiuta digitalizzazione delle immagini tecniche e dei fenomeni culturali ancora solo parzialmente esplorati che essa va producendo senza sosta, i tempi sembrano maturi per misurare la vitalità del progetto di cinema politico elaborato dai due massimi interpreti dell’avanguardia russo-sovietica, Sergej Ejzenštejn e Dziga Vertov.”

“Alla luce dei problemi posti dal presente – continua Spagnoletti – sarà utile verificare la possibilità che questi due progetti rivoluzionari, molto diversi tra di loro e per alcuni aspetti addirittura opposti (tutto interno alle arti quello di Ejzenštejn, decisamente fuori dall’arte e proiettato nella vita associata quello di Vertov), possano mostrare un terreno comune, sorto proprio dalle problematiche innovative emergenti dalla rete.”

Tra gli i tanti appuntamenti segnaliamo i due convegni alla Galleria Nazionale, il 13 e 20 novembre: il primo sugli stili di Ejzenštejn e Vertov, con particolari riflessioni su montaggio e materialismo, principi teorici di “filosofia della storia” ed esempi anticipatori del cybercinema moderno.

Il secondo convegno, il 20 novembre, sull’immagine del comunismo e dell’Urss trasmessa dal cinema di Hollywood. E su come gli storici siano stati influenzati da quell’immaginario nella ricostruzione di snodi fondamentali del secolo scorso, tra i quali la stessa rivoluzione bolscevica. A supporto di questa riflessione seguiranno le proiezioni di Ninotchka (1939) di Ernst Lubitsch, Corrispondente X (Comrade X, 1940) di King Vidor, La sottana di ferro (The Iron Petticoat, 1957) di Ralph Thomas, Il dottor Živago (Doctor Zhivago, 1965) di David Lean, L’uomo venuto dal Kremlino (The Shoes of the Fisherman, 1968) di Michael Anderson, Lettera al Kremlino (The Kremlin Letter, 1970) di John Huston, Reds (1981) di Warren Beatty, Gorky Park (1983) di Michael Apted; Alba rossa (Red Dawn, 1984) di John Milius, 007, dalla Russia con amore (GB 1963) di Terence Young e la versione integrale del documentario Cronache di una rivoluzione (2017) di Ezio Mauro.

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