Dall’Africa alla Cina. Le storie di Moravia oltre Moravia
Pre-apertura della Festa di Roma, domenica 22 ottobre, alla Casa del cinema, con “Moravia Off”, sorprendente omaggio al grande scrittore di Luca Lancise. Un flusso di racconti “off”, dalla Cina all’Africa, all’Europa, generati ancora oggi come scatole cinesi attraverso lo sguardo persistente di Alberto Moravia. Con Citto Maselli, Bernardo Bertolucci e Mohsen Makhmalbaf straordinari interpreti della sua opera…
“Io vivo molto attraverso gli occhi. Dunque il cinema, nonché la pittura, sono molto importanti per me. Ho degli occhi molto impressionabili, abbastanza sottili”.
È un film sullo sguardo Moravia Off di Luca Lancise. E soprattutto su come il suo di sguardo, quello di uno scrittore da antologia del Novecento, abbia saputo intersecarsi a quello del mondo. E continui a farlo. Portando alla creazione di nuove narrazioni come in un gioco di scatole cinesi. Africa, Cina, Europa, non ha confini lo sguardo di Alberto Moravia che continua a vivere – a intersecarsi – attraverso la sua opera letta, tradotta, rappresentata. Ovunque all’estero e invece così poco in Italia.
È tutto da guardare, infatti, questo doc dal carattere forte, dall’originilità poetica e dalla vena ironica, che si apre e si chiude nella casa romana dello scrittore (oggi casa-museo), il magnifico attico sul lungotevere della Vittoria, dove da un foro della serranda semichiusa cominciamo a sbirciare dentro e fuori il suo mondo, quasi attraverso i suoi occhi.
Un mondo complesso, stratificato. Fatto anche dei suoi racconti personali, certamente, offerti da un magnifico repertorio in cui lo scrittore si narra a microfoni e telecamere sempre accese. I una sorta di flusso mediatico continuo a cui era sempre esposto, tra “alto e basso”. La sua fede nella letteratura, la sua “anormalità d’artista”, le sue abitudini (“sveglio alle 6.45 ogni giorno per scrivere col sole”), o i suoi interventi “zoofili” in favore dei volatili minacciati dal tiro al piccione. Che fa sorridere come quel cinegiornale in cui il cronista, crudele, lo racconta snobbato dalle telecamere a favore di Brigitte Bardot, divina interprete de il suo Il disprezzo, portato al cinema da Jean-Luc Godard.
C’è la sua Africa, poi, evocata dal suo compagno di viaggio Andrea Anderman, dal traduttore tedesco di Lettere dal Sahara. Bernardo Bertolucci che ci dice della sua ossessione per i suoi romanzi (“ogni volta che usciva un suo libro avevo voglia di farne un film”) espressa splendidamente con Il conformista.
E ancora la sua città, narrata in Racconti romani, serbatoio d’ispirazione per L’ambulante dell’iraniano Mohsen Makhmalbaf (“quando ho letto quei racconti ho scoperto che parlavano di Tehran”). E pure la sorpresa della sua traduttrice cinese nello scoprire in quelle stesse pagine la vicinanza col suo popolo, “dalla vita povera e faticosa”. Ma anche la curiosità di ritrovare, passeggiando per Varsavia, quello stesso gusto di osservare la gente che Julia ha messo nella sua tesi di laurea dedicata all’immagine di Roma nelle opere di Moravia.
I racconti “off” si moltiplicano. Fino al’Egitto di Lara, giovane regista de Il Cairo che fa coincidere il suo sguardo con quello di Carla de Gli indifferenti, il primo romanzo dello scrittore – da poco nuovamente tradotto in arabo – , per quel suo senso di “soffocamento” e voglia di cambiare provato anche da tante sue coetanee egiziane. Mentre Citto Maselli, oggi, con quella sua faccia bella, d’artista, guarda nello schermo di un computer il suo capolavoro di gioventù, ispirato molto liberamente al romanzo dell’amico di famiglia (leggi l’intervista a Maselli su Gli indifferenti), riflettendosi a sua volta nel volto di Michele-Tomas Milian.
Sì perché Moravia Off è anche un film di rispecchiamenti, un gioco di specchi costante, sguardi incrociati che si moltiplicano, attraverso cellulari, tablet, computer, magnifica lettura del conteporaneo. Un presente espanso di cui Luca Lancise, giornalista e reporter, offre a sua volta lo sguardo di acuto narratore della realtà. Consapevole di come usare quel diaframma, per mettere distanza allo sguardo, che Alberto Moravia, invece, non ha mai usato nella sua opera così profondamente umana.
Producono Donatella Palermo e Luca Lancise, Stemal Entertainment, Istituto Luce-Cinecittà, con il Patrocinio di Roma Lazio Film Commission.
Gabriella Gallozzi
Giornalista e critica cinematografica. Fondatrice e direttrice di Bookciak Magazine e del premio Bookciak, Azione!. E prima, per 26 anni, a l'Unità.
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