Il guerriero tamil diventato scrittore, a Cannes per Audiard

Applausi per Antonythasan Jesuthasan, ispiratore e interprete di “Dheepan” in corsa per la Palma. La storia di emigrazione di un combattente dello Sri Lanka che si ritrova a fare la guerra alle gang della banlieue parigina…

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Quando si dice una vita da film, o da romanzo. Lo è, infatti, quella di Antonythasan Jesuthasan applaudito protagonista di Dheepan, il nuovo film del francese Jacques Audiard (ricordate lo splendido Il profeta?) in corsa per la Palma d’oro, con una storia di emigrazione nella banlieue parigina. Occhi nerissimi e volto intenso, Antonythasan è un attore per caso. Nella sua vita di tutti giorni è uno scrittore, ma prima ancora è stato un bambino soldato nello Sri Lanka della guerra civile. Aveva appena sedici anni quando è stato reclutato dalle Tigri tamil, per combattere contro l’esercito governativo, nel sogno di uno stato indipendente nel Nord e nell’Est dell’isola. A 19 anni è riuscito a fuggire, riparare in Thailandia come tanti altri profughi e poi, anni dopo arrivare in Francia come rifugiato politico. È qui che tra mille lavori per sopravvivere ha cominciato a scrivere nella sua lingua con lo pseudonimo di Shobasakthi. Il suo primo romanzo è Gorilla, del 2001, tradotto successivamente anche in inglese, in cui racconta la sua infanzia di bambino soldato al seguito delle Tigri, la prima testimonianza diretta su questa realtà che sia mai stata pubblicata. gorillaDel 2004, poi, è Traitor in cui racconta il massacro di una cinquantina di prigionieri politici, nel 1983, compiuto dal governo srilankese. 41xQZ076qRL._SY344_BO1,204,203,200_Ebbene, tutta questa vita vissuta ha ispirato il personaggio di Dheepan, a cui evidentemente Jacques Audiard ha aggiunto di suo, spiegando, in un primo momento che questo suo nuovo film sarebbe stata una rilettura molto libera delle Lettere persiane di Montesquieu. E volendo, in quanto a critica della società francese, come quella esrcitata dal filosofo illuminista nel suo celebre romanzo epistolare, ci siamo. La banlieue parigina vista dall’esule cingalese, infatti, è un campo di battaglia, una terra di nessuno, dove si affrontano quotidianamente le gang di spacciatori, nella totale indifferenza delle istituzioni.

Qui Dheepan, come nella vita reale, è arrivato dal suo passato di guerrigliero tamil, dopo aver perso moglie e figli nella guerra civile. Con se ha portato una nuova “famiglia” improvvisata per ottenere più facilmente lo stato di rifugiato: una donna e una ragazzina entrambe senza più legami in Sri Lanka. I tre fingono davanti a tutti per ottenere lavoro e allogio. Ma a poco a poco i legami tra loro si saldano davvero. Dheepan trova un portierato in una delle tentacolari periferie parigine. La ragazzina va a scuola con successo e la donna comincia a lavorare come badante da un anziano signore. Non sa però che proprio quell’uomo inerme è il padre di uno dei boss del quartiere. Quando insieme alla ragazzina si ritroverà coinvolta in una sparatoria tra bande per il controllo del territorio, la decisione di fuggire verso la Gran Bretagna sarà irrevocabile. È allora che lo spirito guerriero di Dheepan, seppellito sotto le umiliazioni quotidiane del suo lavoro, si farà sentire di nuovo. Lo vedremo tornare a combattere, ma stavolta contro le gang, per difendere la sua nuova famiglia. Finale catartico e adrenalinico per un film più affascinante nella genesi che nel suo svolgimento.