Italiani a Berlino 70: tanti film… e un romanzo

 

 


Annunciata la ricca selezione di titoli italiani presenti alla settantesima edizione della Berlinale: tre produzioni nostrane in concorso (tra cui il nuovo film dei fratelli D’Innocenzo, Favolacce), molti giovani autori, un omaggio a Fellini ed eventi speciali dedicati a titoli di ispirazione letteraria come il Pinocchio di Garrone e Cesare deve morire. Ma c’è spazio anche per un romanzo, I figli di Svevia (Garzanti, 2020), di Romina Casagrande, nella sezione Books at Berlinale, dove sono candidati i possibili adattamenti di domani…

Favole dark e vite di pittori, nuovi progetti e classici indimenticabili, nonché appuntamenti dedicati a film importanti (più o meno recenti), tra cui adattamenti letterari… e persino un romanzo. Sono solo alcuni ingredienti dell’abbondante offerta di autori e titoli italiani presenti alla prossima Berlinale (dal 20 febbraio al 1 marzo 2020).

Le produzioni italiane che si contenderanno l’Orso d’oro assegnato dalla giuria presieduta da Jeremy Irons sono tre. Tra queste  Favolacce (con Elio Germano), opera seconda dei fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo e nuovo affresco dei registi sulle periferie urbane dopo La terra dell’abbastanza (presentato nel 2018 proprio alla Berlinale). Il film sarà distribuito in Italia da Vision Distribution a partire dal 16 aprile.

Germano è protagonista anche del biopic Volevo nascondermi, di Giorgio Diritti (Il vento fa il suo giroL’uomo che verrà), sulla tormentata vita del pittore novecentesco Antonio Ligabue (nelle nostre sale dal 27 febbraio per 01 Distribution, qui il trailer). In competizione anche il nuovo lungometraggio di Abel Ferrara, Siberia (prodotto da Vivo Film con Rai Cinema), dove il regista de Il cattivo tenente torna a dirigere Willem Dafoe, qui nel ruolo di un uomo ritiratosi tra i ghiacci alla difficile ricerca della pace interiore.

Fra i titoli tratti da libri ritroveremo il Pinocchio di Matteo Garrone, presente alla sezione Berlinale Special Gala (la stessa del film d’apertura My Salinger Year). Ma rivedremo anche una trasposizione che ha fatto la storia del nostro cinema, come Ossessione di Luchino Visconti, dal romanzo Il postino suona sempre due volte (1934) di James M. Cain. Il film di Visconti torna come omaggio per i cinquant’anni della sezione Forum, di cui verrà riproposto il programma della prima, storica edizione del 1971: tra i titoli anche Ostia (di Sergio Citti) e Othon o Gli occhi non vogliono in ogni tempo chiudersi (di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet), quest’ultimo adattamento in chiave contemporanea della tragedia secentesca di Corneille, Othon.

E, sempre a proposito di film ispirati a testi teatrali, Berlino 70 ci darà la possibilità di rivedere l’Orso d’oro 2012 Cesare deve morire, potente e poetico allestimento del Giulio Cesare shakespeariano in carcere: l’opera sarà presentata nella sezione On Trasmission da Paolo Taviani, regista del film assieme allo scomparso fratello Vittorio. Proprio a Paolo Taviani spetterà introdurre un film (e un nuovo autore) da lui scelto, ovvero Sole, pluripremiato esordio tra Italia e Polonia del regista Carlo Sironi.

Ma la letteratura nostrana è presente al Festival di Berlino anche con un libro, che forse diventerà un film: stiamo parlando de I figli di Svevia (Garzanti, 2020) di Romina Casagrande, romanzo storico su un’amicizia nata nella drammatica realtà dei bambini poveri della Val Venosta, costretti tra Settecento e primo Novecento a emigrare per lavorare nelle campagne bavaresi. Il libro partecipa con altri nove alla sezione Books at Berlinale, i cui titoli vengono sottoposti a produttori e coproduttori cinematografici con la possibilità di venire scelti per futuri adattamenti.

Tra i nuovi film italiani, invece, abbiamo altri due titoli per la sezione Forum. Uno è il documentario La casa dell’amore (di Luca Ferri), terzo capitolo della sua “Trilogia dell’appartamento”, che stavolta ci porta nell’abitazione (e nella vita) della prostituta transessuale Bianca Dolce Miele. Nella stessa sezione anche Zeus Machine. L’invincibile, di Nadia Ranocchi e David Zamagni (del collettivo sperimentale Zapruder) che rileggono all’insegna dell’umorismo e della contaminazione di stili e linguaggi il mito delle fatiche di Ercole.

Presente alla Berlinale anche Palazzo di Giustizia (sezione Generation), prima opera di finzione di Chiara Bellosi, incentrata sulle vicende, i riti e l’umanità all’interno di un grande tribunale italiano. Nella sezione Panorama, invece, scopriremo l’opera seconda di Daniele Caputo, Semina il vento, sul difficile ritorno di una studentessa pugliese nel paese natio, dove un parassita ha devastato gli ulivi mandando in crisi l’economia familiare.

Faith (di Valentina Pedicini), documentario che ci mostra la vita di un gruppo di monaci appartati tra le colline italiane e dediti alle arti marziali, è stato selezionato per la quinta edizione della Settimana della Critica del Festival. Ma, nell’apposita sezione Berlinale Co-production Market (aperta ai titoli in cerca di finanziatori) c’è posto anche per un progetto non ancora diventato film: The Long Run (di Andrea Magnani), su un bambino nato in carcere che percepisce la prigione come la propria casa.

Infine, non poteva mancare, per il settantesimo compleanno della Berlinale, un omaggio al grande “festeggiato” del cinema nostrano in questo 2020: Federico Fellini, di cui si celebrano i cento anni dalla nascita. Dedicata al grande regista riminese (che fu anche sceneggiatore de Il cammino della speranza, di Pietro Germi, Orso d’argento alla prima edizione della Berlinale nel 1951) sarà una proiezione speciale del film Il bidone, all’interno di Berlinale Classics.