Mademoiselle, la giovane ladra che scopre l’amore saffico. Finalmente anche in Italia

Ci sono voluti tre anni perché un distributore italiano si decidesse a portarlo al cinema. Stiamo parlando di “Mademoiselle”, il nuovo film del coreano Park Chan-wook, ispirato al romanzo culto della scrittrice inglese Sarah Waters. Un thriller sontuoso e sensuale ambientato nella Corea degli anni Trenta, presentato a Cannes nel 2016 e in arrivo il 29 agosto in sala con Altre storie …

 

 

Il romanzo è un culto della letteratura lesbo inglese, già diventato una serie per la Bbc. E il film, culto lo diventerà sicuramente, come del resto lo è già il suo regista. Stiamo parlando, infatti, di Mademoiselle di Park Chan-wook, autore emergente del nuovo cinema coreano incoronato a Cannes, nel 2003, per Old Boy e passato nuovamente in concorso nel 2016 con questo raffinatissimo, sontuoso e sensuale thriller che ha impiegato tre anni per trovare un distributore in Italia.

Alla base, l’abbiamo detto c’è un libro: La ladra (Ponte alle Grazie) ultimo capitolo della trilogia vittoriana della scrittrice Sarah Waters, rappresentante di punta di quel filone della letteratura lesbo inglese che si è imposto al grande pubblico internazionale.

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Il suo romanzo d’esordio, Tipping the Velvet (1998), racconta le avventure di un’eroina picaresca nella Londra del 1890 ed è subito diventato un film televisivo trasmesso dalla Bbc nel 2002. Il secondo, Affinità (tradotto in Italia sempre da Ponte alle Grazie, ma dopo il successo de La ladra) ha una trama più carica di suspense ed è ambientato in un carcere femminile. Quest’ultimo, La ladra, prende le mosse in un quartiere londinese popolato da una cominità di ricettatori e borseggiatori, un po’ alla Oliver Twist, dove cresce la giovane protagonista, un’orfana diciasettenne che si presterà ad un torbido complotto per appropriarsi dell’eredità di una ricca orfana, “segregata” in una lussuosa dimora da un dispotico e perverso zio bibliofilo.

Questa la trama che Park Chan-Wook trasporta nella Corea degli anni Trenta al momento della colonizzazione giapponese. E qui troviamo la bellissima e giovanissima Sooke (l’esordiente Kim Tae-Ri) che, per mettere a punto il suo piano, complice con Kouzuki (Cho Jin-Woong) si fa assumere come cameriera dal ricco e perverso Conte (Ha Jung-Woo) per “badare” alla giovane nipote Hideko (Kim Min-Hee), rimasta orfana e cresciuta nella sua “fortezza-palazzo” piena di libri, storia e oggetti preziosi.

Apparentemente il piano congeniato da Sooke sembra andare in porto. Salvo nascere a poco a poco tra le due ragazze, entrambe sole al mondo, una vicinanza che va oltre la complicità femminile, trasformandosi in altro. Il regista segue i corpi delle due giovani, offrendoci dettagli carichi di sensualità. Labbra, occhi, dita che si sfiorano, abiti che cadono a terra, fino all’incontro appassionato, travolgente e pieno di stupori per entrambe. Mentre il décor di sublime eleganza avvolge costantemente le due interpreti attraverso movimenti di macchina che rapiscono e sorprendono.

Ma ecco che il thriller entra nel vivo e nulla è più come sembra. I piani si ribaltano e gli svelamenti si avvicendano, proiettati come attraverso un prisma carico di luci ed emozione. Un film magnifico ma che sicuramente i media italiani relegheranno al consueto e angusto spazio dello “scandalo lesbo”. Non dategli retta.