Metti che Robinson Crusoe è una donna e nera. Rilettura queer dell’eroe di Daniel Defoe al Working Title Film Festival

Menzione speciale per  “The Life and Strange Surprising Adventures of Robinson Crusoe Who Lived for Twenty and Eight Years All Alone on an Inhabited Island and Said It Was His” rilettura al femminile e in chiave queer del mito di Robinson Crusoe. Con critica al colonialismo sfruttatore e un rovesciamento dello sguardo antropocentrico e maschilista dell’uomo bianco. Esordio nel lungometraggio dell’autore belga Benjamin Deboosere. Passato al Working Title Film Festival …

In concorso alla settima edizione del Working Title Film Festival (Vicenza 7-16 novembre), The Life and Strange Surprising Adventures of Robinson Crusoe Who Lived for Twenty and Eight Years All Alone on an Inhabited Island and Said It Was His (tradotto: La vita e le strane e sorprendenti avventure di Robinson Crusoe che visse per ventotto anni completamente solo su un’isola disabitata, dichiarandola sua), il curioso film del regista belga Benjamin Deboosere costituisce una variazione al tema conduttore del festival, che dovrebbe essere il mondo del lavoro ma in realtà è aperto alle contaminazioni e alle culture di tutto il mondo, comprese quelle più “devianti”.

E deviante si può senz’altro considerare questo Robinson Crusoe interpretato da una donna nera, come donna e nera è la sua compagna Venerdì che la protagonista salva da sicura cannibalizzazione.

L’operazione provocatoria e dissacrante in chiave “queer” può essere considerata una rilettura sovversiva del mito di Robinson Crusoe, una critica al colonialismo sfruttatore e un rovesciamento dello sguardo antropocentrico e maschilista dell’uomo bianco.

Più modestamente costituisce un apologo che sembra quasi improvvisato, decisamente più divertente quando entrano in scena gli animali. In particolare quando la capra Giò, i cui pensieri e versi sono sottotitolati, si ribella all’asfissiante controllo della madre e del branco. Una specie di apologo nell’apologo.

La critica politico-sociale del quarantenne regista Deboosere risulta così diluita in un approccio ludico e scanzonato, forse un po’ elitario, che ricorda il cinema visionario ma urticante di Lars Von Trier. Il suo primo cortometraggio di finzione, Of Not Such Great Importance, ha vinto il premio Kryzstof Szot al Lublin Film Festival 2019, il premio della giuria e del pubblico all’Ongezien Kort 2020 e il premio per il miglior cortometraggio al Working Title Film Festival 2020. The Life and Strange… è il suo primo lungometraggio.