Netflix in Africa censura i contenuti a tema Lgbtq. Vietati in Kenya dove l’omosessualità è reato

Netflix Africa ha firmato un accordo col governo del Kenya in cui si impegnano “a non trasmettere mai più film, telefilm, immagini che affrontino temi legati al mondo Lgbtq, all’omosessualità”. Proprio nel mese del Pride arriva la notizia che racconta di come le discriminazioni siano accettate di buon grado se di mezzo ci sono i soldi. Il vergognoso testo, in realtà, è stato siglato negli Stati Uniti: la diramazione africana del colosso dello streaming, infatti, non ha alcuna autonoimia …

“Strange Way of Life” di Pedro Almodovar

Nessuna resistenza, del resto gli affari sono affari. Ed allora, “ci impegniamo a non trasmettere mai più film, telefilm, immagini che affrontino temi legati al mondo Lgbtq, all’omosessualità”. Mai più argomenti “blasfemi”, che minano la famiglia tradizionale. La famiglia kenyota, almeno nell’idea che di questa ne ha il presidente William Ruto, eletto appena un anno fa.

Così, nel mese dei pride, alle drammatiche notizie che arrivano dall’Uganda, dove le nuove norme prevedono la pena di morte per chi diffonde la “cultura omosessuale”, si aggiungono quelle che arrivano da Nairobi. Dove, anche se era in gestazione da anni – voluta pure dai predecessori di Ruto – è diventata operativa la norma 165 del codice penale che criminalizza la relazione fra persone dello stesso sesso.

Le norme che fanno fare un gigantesco passo indietro ai diritti nei due fra i più popolosi paesi africani sono state denunciate con forza nei mesi scorsi da tutte le organizzazioni internazionali e dagli organismi mondiali che si occupano dei diritti. Ora però arriva un’ulteriore notizia che racconta di come le discriminazioni siano accettate di buon grado se di mezzo ci sono i soldi. Sì, perché le virgolette iniziali sono strette da un accordo, firmato da Netflix e dal Kenya Film Classification Board, che è l’organismo che vigilia sulla censura in Kenya.

È tutto scritto, dunque, nero su bianco, in un’intesa che è arrivata al termine di una trattativa, tutto sommato durata poco. Netflix Africa – che in Kenya ha, dopo l’Egitto, il maggior numero di utenti paganti – s’è impegnata a non trasmettere in streaming film, documentari, telefilm che abbiano comunque anche vaghi riferimenti ai temi dell’omosessualità.

L’accordo, ufficialmente, è stato firmato, oltre che dai rappresentati del governo di Nairobi da Netflix-Africa. Che però è una semplice diramazione del colosso statunitense, senza alcuna autonomia, tanto che il vergognoso testo è stato siglato negli Stati Uniti.
Quindi, il colosso dello streaming varerà – con l’aiuto di tecnici del governo kenyota – un sistema di classificazione dei prodotti che trasmette. Se il film avrà il bollino che li definisce “inaccettabile” per gli standard kenyoti, gli utenti non lo potranno vedere.

Di più, di più invasivo: funzionari del Kenya Film Classification Board di tanto in tanto controlleranno che davvero non passi nulla di “scandaloso” attraverso quei rigidi filtri. E potranno chiedere un ulteriore inasprimento della censura.
Inutile aggiungere che se Netflix s’è mostrata così accondiscendente nei confronti della pressioni omofobe, stessa sorte toccherà alle altre piattaforme di streaming, come la sudafricana MultiChoice e quelle più piccole, locali, come la Safaricom e la Viusasa. Infatti i funzionari kenyoti, raggiunti dai cronisti del Whashintgonblade hanno già detto che sono “in corso altre trattative per arrivare ad altri accordi”. Sul modello di quello inaugurato con Netflix.