Popoli fuori luogo. La prima edizione del MEDIR tra cinema, ambiente e diritti umani
Anche il doc di Andrea Segre, “Ibi” – dal 19 ottobre in sala, con mostra fotografica della protagonista alla Reggia di Caserta – al MEDIR – Festival Internazionale di Cinema, Diritti Umani e Ambiente nel Mediterraneo. La prima edizione della rassegna, seguitissima da un folto pubblico, ha proposto una ricca carrellata di film sul tema delle migrazioni. Segnaliamo il cileno “Hombre elettrico” e lo spagnolo “District Zero” in cui sono le “memorie” dei telefonini dei rifugiati a raccontare.
Sala piena e pubblico appassionato hanno accompagnato la prima edizione di MEDIR – Festival Internazionale di Cinema, Diritti Umani e Ambiente nel Mediterraneo che si è appena conclusa all’Apollo 11 di Roma.
I riflettori sono restati accesi sul tema imprescindibile delle migrazioni, con il sottotitolo che non lascia nulla di inespresso: “Popoli Fuori Luogo”. A promuovere il festival l’Istituto Multimediale Diritti Umani-IMDI, diretto da Susanna Fantino.
Tra i tanti titoli proposti, segnaliamo sicuramente il cileno Hombre elettrico, di Álvaro Muñoz Rodríguez, una favola contemporanea e impalpabile, delicatissima: qui un ragazzo con la sua bicicletta dotata di un generatore porta l’elettricità nei villaggi sperduti del deserto andino, restituendo, con un gesto semplice e una immensa disponibilità umana, vita a minuscole comunità piombate improvvisamente nell’oscurità per via della crisi energetica.
Straordinario anche il punto di vista offerto dallo spagnolo District Zero di Pablo Iraburu, Jorge Fernández Mayoral, Pablo Tosco, documentario prodotto dalla Commissione Europea e Oxfam. Entriamo a Zaatari, Giordania, il secondo campo profughi più grande al mondo. Il tutto prende vita in un piccolo, precario negozio dove si riparano cellulari; qui scopriamo cosa contengono le “memorie” dei telefonini delle persone rifugiate. Le rivelazioni sono ordinarie e drammatiche: famiglie divise da guerre, ricordi di parenti, di figli, che non ci sono più o sono altrove, foto conservate che immortalano le case originarie, distrutte dalla guerra.
A piedi nudi, coproduzione Francia-Italia di Christian Carmosino racconta, ancora, con immagini di forte impatto, del Burkina Faso, quando per sei giorni e sei notti nell’ottobre 2014 il popolo è insorto spontaneamente contro il presidente Compaoré e il suo tentativo di cambiare in senso autocratico la Costituzione. Il regista segue la rivolta nei dettagli, attraverso i suoi protagonisti che con la loro lotta consentiranno al Burkina Faso di ottenere le sue prime elezioni democratiche.
Bon Voyage di Marc Raymond Wilkins (Usa) è un corto di fiction già presentato alla 17esima edizione del Festival Internacional de Cine de Derechos Humanos a Buenos Aires. Qui, una coppia di turisti sta vivendo una bellissima vacanza in barca a vela nel Mediterraneo, quando si imbatte in un’imbarcazione carica di migranti, sul punto di affondare. Prenderli a bordo? È legale? Ci staranno tutti? Le domande assalgono la coppia. Faranno la scelta più subdola: riconsegnare con l’inganno i migranti ai libici, dai quali loro fuggono per salvarsi la vita. Ma una madre lascia una bimbetta riccioluta in un nascondiglio, sulla loro barca. Se ne separa, con dolore, poi viene presa con gli altri dalla guardia costiera libica. Cosa faranno ora i due protagonisti?
Nel film di Andrea Segre Ibi, poi, s’incontra la drammatica storia, già presentata al 70° Festival di Locarno, magnificamente fissata nel “diario” di Ibi, una donna migrante, proveniente dal Benin che racconta, con immagini e video, se stessa e la sua Europa ai suoi tre figli rimasti in Africa con la nonna. Ibi ha dovuto lasciare il suo paese per la povertà. È andata via per cercare di dare loro un futuro migliore, ma non ce l’ha fatta. Davanti a lei si sono aperti i precipizi della droga e del carcere. Il sogno di un futuro migliore rimane solo un sogno.
Il film esce nelle sale il 19 ottobre e dal 21 fino al 28 ottobre, alla Reggia di Caserta sarà possibile visitare la mostra con le foto di Ibi, Ibitocho Sehounbiatou. Articolata in tre sezioni (Autoritratti, Fotomontaggi, Realtà) l’esposizione include circa una quarantina di opere dell’artista migrante. La mostra, realizzata in collaborazione con il Movimento Migranti e Rifugiati di Caserta e col sostegno dell’azienda Printmateria di Treviso, sarà inaugurata il 21 ottobre e poi “viaggerà” per l’Italia. Per info: www.zalab.org
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