¡Que viva Eisenstein!

Il genio del cinema secondo Peter Greenaway. Il tentativo gioioso di raccontarlo attraverso la sua vita privata: un amore gay sbocciato in Messico, sul set del suo storico film incompiuto…

fileID2428551252Quando il cinema, ai suoi albori, era totalmente dipendente dalla letteratura e dal teatro, c’era un autore in Russia che gettava le basi per tutte le innovazioni a venire. Sua Maestà Eisenstein, come sarebbe stato ribattezzato dai suoi studiosi, giocando sui suoi nomi Sergej e Michajlovič. Questo per dire l’immensità del genio, in seguito inviso a Stalin come tutta la “degenarata” avanguardia sovietica, che ha reso il cinema settima arte. Con Sciopero, La corrazzata Potemkin e Ottobre, girati tra il 1925 e il 1928, Eisenstein conobbe la fama mondiale celebrando i valori della rivoluzione russa, attraverso un linguaggio assolutamente innovativo, costruito sulla scorta della sua omnicomprensiva ricerca artistica, rivolta a rendere “la natura non indifferente”, dal montaggio delle attrazioni alla teoria del pathos, alle inquadrature costruite sulla base della Sezione aurea. cop.aspx

Insomma un monumento, per qualunque cinefilo. E un culto da cineclub, come qui da noi ha raccontato l'”oltraggioso” Fantozzi. Ora a cimentarsi col mito cinematografico è arrivato Peter Greenaway, visionario tra i visionari, folgorato sulla via di Eisenstein fin da adolescente – lo dice lui stesso -. Ma come fare a rendere così tanto genio in un film?

Raccontarlo in camera da letto. Costruendo un biopic irriverente e gioioso, agli antipodi con la seriosissima immagine di Sua Maestà, rimandata dai suoi ponderosi testi teorici consegnati a intere generazioni di studenti di cinema. Frutto di una coproduzione tra Olanda, Messico, Finlandia e Belgio, Eiseinstein in Messico – in sala dal 4 giugno per Teodora – ripercorre con molte licenze poetiche il celebre viaggio del cineasta sovietico nella terra della revolucion, dove rimase a lungo per girare il suo storico e incompiuto ¡Que viva Mexico!. In particolare Greenaway si concentra sugli ultimi dieci giorni del suo soggiorno trascorsi nella cittadina di Guanajuato, alla vigilia della Festa dei morti. È qui che Eisenstein, col volto di Elmer Back, si fa travolgere dalla passione amorosa per Palomino Cañedo, affascinante  guida che lo inizierà ai segreti di Eros e Thanatos, così presenti nella cultura messicana.

“Proprio ora sono stato follemente innamorato per dieci giorni e ho avuto tutto quello che desideravo. Ciò avrà probabilmente enormi conseguenze psicologiche”, scriverà lo stesso Eisenstein a Pera Atasheva, sua fedelissima assistente che sposerà una volta rientrato in Urss, per “difendersi” dalle leggi contro gli omosessuali imposte da Stalin.

Tra immaginazione e storia, scene dai suoi film più celebri e dialoghi sovraccarichi, Greenaway tenta un suo particolare montaggio delle attrazioni della vita di Sua Maestà, che lascerà sicuramente interdetti i puristi. Ma forse anche chi, non conoscendo affatto il “sommo”, si sentirà “frullato” in questa caleidoscopica ballata d’immagini.