Ricordando Citto Maselli. Omaggio delle Giornate degli Autori con Calvino e Bookciak, Azione!

Le Giornate degli Autori festeggiano il loro fondatore, Citto Maselli che le inventò nel 2004 con un doppio omaggio, realizzato in accordo con Bookciak, Azione! il premio cine-letterario tenuto a battesimo, anch’esso, dal grande autore recentemente scomparso. Appuntamento per la preapertura il 29 agosto al Lido (ore 17) con la proiezione di “Avventura di un fotografo” (1983) nel centenario di Italo Calvino.  “Citto” poi saluterà il pubblico delle Giornate all’apertura il 30 agosto in Sala Perla con un filmato tratto dal suo “Frammenti di 900”. Di seguito una bella recensione di Enzo Lavagnini del suo film calviniano tutto da riscoprire …

 

Con Citto Maselli ed Italo Calvino, uniti tra l’altro anche dalla loro “diversa” militanza, alla ricerca dell’utopia della realtà oggettiva e della “fascinazione” che ne deriva; realtà oggettiva delle cose, – mito dei tempi – ossia la realtà “vera”, “verissima” dei sentimenti, delle relazioni tra le persone, dei rapporti sociali al centro di questo film realizzato dalla Rai per il ciclo “Dieci registi, dieci racconti”.

Un film che è anche e soprattutto prefigurazione dei nostri giorni (le nostre manie) contemporanei e che andrebbe (al tempo dei social o mai più!) doverosamente mostrato in tv e non messo a “dormire” nei pur imponenti ed efficienti scaffali del Centro Salario. “Una drammatica e sarcastica storia di oggi”, chiosò La Stampa di Torino quando venne programmato per la prima volta.

Un “oggi” che può benissimo estendersi ai nostri giorni. Realtà oggettiva VS Realtà rappresentata, con tutte le giravolte ed i dibattiti che sono stati fatti sul tema.

Realtà oggettiva ovvero la facoltà di riuscire così, anche, e senza intervento dell’autore – un punto di vista ovviamente sempre preconcetto e poco democratico -, ad “imprigionare” il tempo. Un preciso, indeterminato istante del tempo. Uno “scatto”. Uno scatto “naturale”. Insito nella cosa rappresentata.

Con tutta la semplice e disarmante “fabula” tratta ed ispirata all’omonino racconto di Calvino pubblicato da Einaudi nel 1970 nel volume Gli amori difficili, ecco allora L’avventura di un fotografo (Italia, RAI 1983; Regia Francesco Maselli; Sceneggiatura Francesco Maselli; interpreti: Paolo Falace, Nunzia Greco, François Marthouret; fotografia di Angelo Bevilacqua; musica di Giovanna Marini; 61 minuti. Vincitore al festival Saint Vincent 1983).

Ad Antonino Paraggi, un intellettuale di grido, perso in fantasticherie, uno scrittore un po’ annoiato o depresso come tanti, gli amici regalano una macchina fotografica: egli la apprezza, ringraziando, ma solo perché considera ora di avere un bell’oggetto in più, da esporre con gli altri gingilli del suo appartamento.

“È così bella! Sprecato usarla per fare delle fotografie… “, commenta. Non sapendo resistere, comincia invece all’istante, allegro, a scattare. E a provarne un sottile piacere. Ancora non sa che si sta per mettere in casa un vero e proprio cavallo di Troia. In breve, con la complicità di Bice, la sua donna, si ritroverà ad essere talmente ossessionato dalla presenza della sua macchina fotografica – macchina che sviluppa anche foto in modo istantaneo – al punto di non avere più il desiderio di uscire, di passare del tempo con gli amici, di fare una passeggiata. Semplicemente, tutta la “sua” realtà, si crea di nuovo e lo attrae senza scampo ad ogni suo nuovo “scatto”. Ad ogni stampa.

È la macchina fotografica ad impossessarsi dell’appartamente dentro il quale i due vivono. A prendere il predominio sui suoi “abitanti”. La trascuratezza travolge in fretta Antonino e Bice, la loro storia d’amore è un atto inevitabile di lento cannibalismo messo in scena e poi classificato dalla macchina stessa. Prigionieri che non hanno voglia di evadere. Vittime di un Grande Fratello ancora dilettante.

Nella filmografia di Francesco Maselli questo film si colloca dopo Il sospetto (1975) e prima di Storia d’amore (1986) e Codice privato (1988). Italo Calvino che firma anche la prefazione di una mostra fotografica di Maselli dà poi alle stampe Se una notte d’inverno un viaggiatore, Torino, Einaudi, nel 1979. E Palomar, Torino, Einaudi, giusto nel 1983. Due grandi intellettuali, mai pigri nella lotta contro il disimpegno e la menzogna.