Skármeta, scrittore da film. E l’ultimo viene dal Brasile
C’è Antonio Skármeta col suo romanzo, “Un padre da film”, dietro a”The Movie of My Life”, film del brasiliano Selton Mello, passato alla Festa di Roma. Una storia di abbandoni veri e immaginati, a partire da quello del padre del protagonista. Con Vincent Cassel e lo stesso scrittore nel cast. E le canzoni di Charles Aznavour, chissà perché dimenticate…
Non penso capiti di solito a registi o attori, di rispondere al telefono e sentire che chi ti chiama è un notissimo scrittore che vuol proporti di fare un film da un suo libro.
Al brasiliano Selton Mello – attore fin da bambino, poi da grande anche regista e sceneggiatore – è capitato.
“Pensavo fosse uno scherzo, mi sembrava impossibile”, ci ha detto a Roma alla Festa del Cinema dove ha accompagnato il suo The Movie of My Life, film che ha tratto da Un padre da film di Antonio Skármeta (Einaudi, 2011).
Non era affatto uno scherzo, a chiamarlo al telefono era davvero il famosissimo cileno scrittore de Il postino di Neruda che, in quanto a film nati dai suoi libri, non si può certo lamentare.
“Tra l’altro questo è il mio terzo film, ma è il primo tratto da un romanzo – aggiunge Selton –. Skármeta mi ha confessato di amare molto il Brasile, così si è giustificato. Io ho letto il libro e la storia di questo ragazzo così legato alla famiglia mi ha commosso, lo sono anch’io con la mia e infatti il film l’ho dedicato ai miei genitori”.
Girato nel sud del Brasile in paesini di una regione ancora vergine, sotto un profilo cinematografico, ma molto popolata da italiani, fatto che ha reso assai graditi pasti alla troupe, e ambientato nel 1963, il film racconta l’ improvviso imprevedibile abbandono da parte di un padre molto amato che senza spiegazioni se ne va e lascia sola la bella moglie e il figlio appena tornato al suo paese con la licenza di insegnante di francese.
Già, perché il padre nel romanzo è francese, come del resto chi lo interpreta, Vincent Cassel che in Brasile c’era andato in vacanza con Monica Bellucci e le due bimbe. Loro sono tornate in Europa mentre lui in Brasile c’è rimasto, parla un perfetto portoghese e sostiene che la sua anima appartiene a questa terra.
Insomma storie di abbandoni vere e immaginate. Ma ancor più strazianti quando non ne conosci o capisci le ragioni. Per questo il giovane (l’attore è Johnny Massaro), non si da pace, tempesta spesso di domande il miglior amico di famiglia, un contadino impegnato coi maiali, interpretato dallo stesso Mello, e non trova sollievo neanche con l’evidente amore che manifesta nei suoi confronti una dolcissima creatura (la deliziosa Bruna Linzmeyer) che con i suoi occhioni blu vede le cose belle della vita con gli occhi di chi le vede per la prima volta, scatta foto con l’anima e se ne esce con questa fantastica battuta. “La cosa che amo di più è immaginare e sono molto felice perché la scuola è finita e in vacanza ho tutto il tempo che voglio per farlo”.
Il padre desparecido – quello che insegnava al suo bambino che per avere equilibrio nella vita bisogna saper andare su due ruote e che dei film le cose belle sono l’inizio e la fine – a un certo punto ricompare e finalmente il capire aiuterà il giovane a riappropriarsi anche lui della sua vita.
Skármeta in ogni modo, si è rivelato lo scrittore ideale per un regista. Generosissimo interlocutore, si è letto con grande pazienza tutti gli 8 adattamenti che Selton ha scritto, non ha fiatato, anzi approvato tutti i cambiamenti a cominciare dal ruolo del porcaro che nel libro è solo un amico, mentre nel film ha una valenza ben maggiore. Ma non basta: ha anche interpretato il tenutario di un bordello per cui Mello ha inventato una scena che racconta una corsa in bici contro la morte.
The Movie of My Life, è un film che ha una sua grazia.
E un grande merito: quello di ricordare con tanta musica gli anni Sessanta – soprattutto per chi li ha vissuti – tirando fuori dai cassetti alcune canzoni, non si sa poi perché dimenticate.
Come il meraviglioso Hier encore di Charles Aznavour.
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