“Spenser Confidential”: il nuovo action (autoironico) di Netflix dalla saga letteraria

Tra le novità di Netflix il poliziesco “Spenser Confidential”, interpretato da Mark Wahlberg, diretto da Peter Berg e ispirato al romanzo Wonderland (2013) di Ace Atkins. Protagonista l’investigatore Spenser, già al centro di un lungo ciclo letterario inaugurato negli anni Settanta da Robert B. Parker e adattato due volte per la tv. Più che un noir, però, il film con Wahlberg è un action dove l’ironia (spinta quasi alla parodia) la fa da padrona. Intrattenimento senza pretese, ma con l’ambizione di avviare (anche al cinema) una saga…

 

Nell’Italia in quarantena di questo marzo 2020 uno dei titoli più visti, tra le uscite recenti della piattaforma Netflix, è Spenser Confidential, poliziesco d’azione liberamente ispirato al romanzo Wonderland (2013) di Ace Atkins: protagonista, in entrambi i casi, è il detective Spenser, interpretato nel film da Mark Walhberg, diretto per la quinta volta consecutiva da Peter Berg (Lone Survivor, Deep Water- Inferno sull’oceano, Boston- Caccia all’uomo).

Ma chi è Spenser? Questo detective privato ed ex pugile di Boston ha una storia (editoriale) più articolata di quanto, dal film, si potrebbe supporre (o rammentare): creato dallo scrittore Robert B. Parker, esordisce nel 1973 col romanzo Il manoscritto Godwulf (da noi edito per Meridiano Zero), primo atto di un lungo ciclo di libri, poi adattati prima nella serie Spenser for Hire, trasmessa dal 1985 al 1989 per ABC (da noi, col titolo Spenser, su Rete4), poi in tre film tv (1999-2001) con Joe Mantegna.

La fortuna dell’investigatore letterario (almeno negli States) è stata tale da sopravvivere al suo stesso autore (scomparso nel 2010): il timone è passato all’ex giornalista Atkins, che in Wonderland mette Spenser sulle tracce di un’insidiosa cospirazione criminale che ruota attorno all’ex cinodromo di un parco divertimenti (da cui il titolo del libro).

Niente equivoci, però: chi si aspetta atmosfere hard boiled rimarrà senz’altro deluso dalla trasposizione di Berg. L’adattamento con (molte) licenze è un giocattolone senza pretese dove ai chiaroscuri del noir prevalgono iperboliche scazzottate e frequenti momenti ironici (quando non comici).

Lo Spenser del film (ex poliziotto che ha scontato anni di prigione per aver aggredito un superiore corrotto) non si prende mai troppo sul serio, e alle indagini sul truce complotto di poliziotti marci, speculatori e narcotrafficanti alterna (e sovrappone) gag con i suoi singolari alleati: l’anziano allenatore di boxe Henry (Alan Arkin), la fidanzata Cissy (Ilza Shlesinger) e, soprattutto, il massiccio e rude coinquilino afroamericano Hawk (Winston Duke).

Proprio con quest’ultimo Spenser/Wahlberg forma una “strana coppia” che, insieme col tono del film perennemente sospeso fra action-thriller urbano e commedia (pur nera), richiama certi esempi del sottogenere buddy cop, a cominciare dai classici anni Ottanta e Novanta come la saga di Arma letale o quella di 48 Ore.

La vena (auto)parodica è suggerita dal titolo stesso, col rimando al caposaldo L.A. Confidential, il cui adattamento del 1997, guarda caso, era scritto da Brian Helgeland, adesso co-sceneggiatore del film di Berg. E però, nel mondo di (questo) Spenser, alle pistole si preferiscono (quasi) sempre i pugni e, tra uno sberleffo e l’altro, di dubbi sul confine tra bene e male non resta nemmeno l’ombra: più Bud Spencer e Terence Hill che James Ellroy, insomma, malgrado un po’ di sesso e violenza siano valsi un esagerato divieto ai minori negli USA.

Inoltre, e a differenza delle (autoironiche) coppie di poliziotti che furono, è palese qui che nessun dualismo ha il privilegio di oscurare il protagonista (e co-produttore) Wahlberg. Lo dimostra, su tutto, la caratterizzazione del personaggio di Hawk: molto diverso dal suo (ben più carismatico) corrispettivo letterario, introdotto nel quarto romanzo della saga, Promised Land (1976), e diventato di culto per gli appassionati del telefilm, grazie anche all’interpretazione del futuro capitano Sisko di Star Trek: Deep Space Nine Avery Brooks.

Il (secondo) fine di Spenser Confidential sembra dunque quello di fare del suo eroe, semiserio ma dall’etica salda (dietro i modi poco ortodossi), il protagonista di una possibile saga: basti vedere l’ultima sequenza, quasi da cinecomic (ma niente epilogo post-titoli di coda “alla Marvel Studios”). Non dimentichiamoci che, nella sua filmografia, Berg annovera il supereroe (parodistico) Hancock interpretato da Will Smith.

Per il momento, comunque, la portata singola soddisferà i palati in cerca di puro intrattenimento, magari (qui da noi) per distrarsi dalla forzata permanenza a casa. Occhio, però, che il precedente film della coppia Berg/Whalberg si chiamava Red Zone