Tornano al cinema (con HBO) “I giorni dell’abbandono”. È ancora Ferrante mania cine-tv, anche negli Usa

La “Ferrante mania” continua a sedurre Hollywood: con “The  Days of Abandonment”, produzione HBO starring Natalie Portman, arriva per la seconda volta al cinema il romanzo “I giorni dell’abbandono” (Edizioni E/O, 2002) dopo l’adattamento (poco felice) firmato da Roberto Faenza. Intanto Daniele Luchetti confeziona la terza stagione de “L’amica geniale ” a un anno dall’annunciata serie Netflix “La vita bugiarda degli adulti “(Edizioni E/O, 2019) insieme alla trasposizione stellare di “The Lost Daughter”. L’ autrice napoletana si riconferma influentissima penna corteggiata dall’universo cine-televisivo di respiro internazionale.

 

A distanza di un decennio dal successo planetario de L’amica geniale (Edizioni E/O, 2011), primo capitolo della quadrilogia vesuviana fiorita nel Rione Luzzatti di Lila e Lenù, la scrittrice partenopea dalla fama senza volto continua a far fortuna tra i quattro continenti a colpi di inchiostro e fantasia.

È caldissima, infatti, la notizia del nuovo adattamento HBO de I giorni dell’abbandono, seconda acclamata creatura della romanziera dall’identità nascosta, affidata al premio Oscar Natalie Portman e alla regia al femminile di Maggie Betts (Sundance Award per La scelta, lungometraggio-debutto alla macchina da presa). A dimostrazione che in America il contagio da “Ferrante fever” proprio non vuole smetterla di impazzare…

Il salto libro-schermo l’aveva già azzardato Roberto Faenza nel 2005 con l’esperto duo Margherita BuyLuca Zingaretti, imbastendo una versione filmica di debole scrittura e iper indulgente ai patetismi che non ha convinto proprio tutti (e che si è beccata non pochi fischi all’anteprima stampa a Venezia).

Ci riprova quindi l’America, a distanza di quindici anni, a soffiare nuova vita in questa storia mortifera fatta di visioni fantasmatiche e solitudini interiori: la storia di Olga, una donna perduta tra dolore e inquietudini sotterranee dopo che Mario l’ha tradita, divorata da umiliazioni e ricordi pesanti a metà tra Torino e Napoli. Un torbido viaggio introspettivo nel dolente vissuto di donna ferita, intenta a scovare nel passato gli errori incriminanti che hanno congiurato contro la sua felicità.

A vestire i panni della tormentata protagonista – ribattezzata Tess in questa versione US – sarà il premio Oscar israelo-americano Natalie Portman, stavolta anche produttrice esecutiva per MountainA, oltre che fan sfegatata dell’autrice sotto pseudonimo.

“La scrittura di Elena Ferrante è feroce, brutalmente onesta e assolutamente avvincente. La serie de L’amica geniale e I giorni dell’abbandono sono tra i miei libri preferiti in assoluto” ha dichiarato sui social l’interprete de Il cigno nero (2010) che alla scrittrice campana ha dedicato anche bookclub virtuali in compagnia di Ann Goldstein, traduttrice americana della Ferrante ormai fidelizzata. La pellicola targata Fandango, HBO Films e Medusa è in fase di pre-produzione.

Ma non si tratta affatto dell’unico progetto in canna per l’ideatrice della “geniale” saga napoletana….

Il regista Daniele Luchetti – fresco di esperimenti cine-letterari con Lacci dall’omonimo romanzo di Domenico Starnone (apertura veneziana 2020) – ha infatti impugnato le redini dell’universo “ferrantiano” lo scorso novembre con la terza stagione de L’amica geniale (Storia di chi fugge e di chi resta), fortunatissimo progetto Rai Fiction-HBO prodotto dalla Fandango di Domenico Procacci ed ereditato da Saverio Costanzo (che ne ha curato la regia per i primi due capitoli).

Le riprese tra Napoli e Firenze (interrotte causa Covid) ripartiranno a luglio, a detta del regista, e vedranno protagonisti i volti già noti del vecchio cast. “Era importante mantenere la stessa fisionomia. E poi le attrici sono cresciute, le vediamo crescere sullo schermo e c’è una palese maturità nelle loro espressioni. Lo stesso vale per il resto degli attori”, ha dichiarato Luchetti in una recente intervista a Variety, sbottonandosi anche sull’impronta più “libertina” della sua regia (da cinema americano anni ’70) e sulla lavorazione dei personaggi  costruiti “per differenza”.

All’indole battagliera di Lila (Gaia Girace), sfacciata donna-bambina in lotta contro molestie e salari impietosi, fa infatti da contrappunto emotivo l’introspezione borghese di Elena (Margherita Mazzucco), spirito più riflessivo ma non per questo al riparo dai demoni interiori, alla ricerca irrequieta della sua identità in pieno clima di turbolenze sessantottine. Un binomio tutto al femminile che il regista ha associato all’universo familiare in cui lui stesso è cresciuto, popolato da donne in lotta per la sopravvivenza e per la dignità: “Le due protagoniste sarebbero mia madre se lei avesse potuto andare all’università come Lenù e se avesse avuto la stessa grinta di Lila”, ha confessato.

Da non dimenticare poi gli altri due progetti speciali (in cantiere già da un anno) firmati Ferrante: The Lost Daughter, esordio alla regia di Maggie Gyllenhaal con un cast stellare (Olivia Colman e Dakota Johnson, tra gli altri), tratto dal romanzo La figlia oscura (Edizioni E/O, 2006) – parte della trilogia Cronache del mal d’amore insieme a I giorni dell’abbandono e L’amore molesto (E/O, 1992), primissimo adattamento per il grande schermo diretto da Mario Martone – insieme alla serie Netflix tratta da La vita bugiarda degli adulti (E/O, 2019), ultima fatica letteraria della scrittrice che piace tanto gli americani (e non solo)…