Una favola d’amore e avventura (sovietica) per Pietro Marcello. Sarà “L’envol” dal romanzo di Aleksander Grin
Nuovo adattamento cinematografico per il pluripremiato Pietro Marcello (Nastri d’argento e David di Donatello per La bocca del lupo e Martin Eden). Il regista casertano, reduce dell’ultima Berlinale con il doc Per Lucio – affresco dell’Italia degli ultimi settant’anni, riflessa nelle canzoni del grande musicista – torna al lungometraggio con L’envol, liberamente ispirato a Vele Scarlatte, classico della narrativa d’avventura del russo Aleksander Grin (1923), pubblicato in Italia nel ’61 (Editori Riuniti), stesso anno in cui il regista sovietico Aleksandr Lukič Ptuško l’ha portato al cinema col titolo, Alye parusa (nelle foto).
Con un cast internazionale, a prevalenza francese – da Juliette Jouan a Raphaël Thierry, Louis Garrel (da The Dreamers di Bernardo Bertolucci a L’ufficiale e la spia di Roman Polanski) e Noémie Lvovsky – il film prenderà le mosse dal mondo fiabesco di Aleksander Grin immerso nel villaggio di Kaperna dove si consuma la vicenda di dolore e speranza di Assol, giovane orfana di madre, cresciuta dal padre, umile ex marinaio che per sbarcare il lunario costruisce navi giocattolo. La ragazza, sognatrice e speranzosa in una vita migliore vedrà mutare il suo destino quando – secondo la profezia del misterioso Egl – avvisterà un veliero dalle vele scarlatte con a bordo colui che si rivelerà il suo principe azzurro.
Il romanzo, ambientato nel fervido ventennio 1919- 1939, anni critici – l’uno si lascia la Grande Guerra alle spalle, l’altro è il fatidico inizio del secondo conflitto mondiale, è una favola d’amore – insolita nel panorama sovietico di quegli anni – e l’avventura per i due protagonisti, l’emarginata Assol e il ricco Grej, diventa l’unica via di fuga e ancora di salvezza.
Le riprese di L’Envol inizieranno ad agosto in Normandia e si dovrà aspettare il nuovo anno per l’uscita del film. La colonna sonora sarà firmata da Gabriel Yared (The Talented Mr. Ripley, A Prophet ).
Pietro Marcello dunque torna al fascino dell’avventura tra i mari (e le classi sociali) dopo Martin Eden, scrittore – marinaio nato dalla penna di Jack London, pronto a rincorrere i suoi ideali – tra socialismo e letteratura – e a rompere le barriere sociali, dalla San Francisco di inizio Novecento del romanzo alla Napoli di metà Novecento del film. Ingredienti che il regista di Bella e perduta ha saputo ben amalgamare offrendo a Luca Marinelli nei panni del protagonista una Coppa Volpi a Venezia 2019 e puntando sul riscatto sociale di Martin immerso nella suggestiva cornice “alta e bassa” della Napoli pre-Seconda Guerra Mondiale.
Aleksander Grin (1880-1932) del resto come il regista – sembrerebbe – è stato un fervido lettore di libri d’avventura a cominciare da un grande classico come I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift. Irrequieto e ribelle, curioso di conoscere ogni angolo del mondo – «la terra mi eccita, con i suoi enormi oceani, le infinite isole e gli innumerevoli angoli ricchi di un interesse pieno di mistero» – Grin ha praticato infiniti mestieri, facendosi marinaio, circense e cercatore d’oro proprio come lo stesso Jack London. Animato anche lui da fervida fede socialista, Grin dopo la grande fama negli anni Venti è finito però nelle maglie della feroce censura stalinista così da terminare i suoi giorni in miseria e malattia. Con i suoi romanzi d’avventura, appunto, bollati come anti sovietici, ma poi riabilitati insieme al suo nome alla morte di Stalin. Mentre il suo titolo più celebre, Vele scarlatte, ha dato il nome ad una grande festa popolare che si celebra ogni estate a San Pietroburgo.
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