Com’è convenzionale quel “Genius”
In sala dal 9 novembre (per Eagle Pictures) l’esordio al cinema del regista teatrale Michael Grandage, passato alla Festa di Roma dopo la Berlinale. Ispirato al libro di Scott Berg racconta la vita di Max Perkins, celebre editor letterario e scopritore di grandi talenti: da Fitzgerald a Hemingway a Thomas Wolfe. Di quest’ultimo narra il lavoro comune e l’amicizia che li legò…
È una passerella di geni questo Genius, debutto al cinema dell’acclamato “teatrante” inglese Michael Grandage. E che geni! Solo di passaggio vediamo Scott Fitzgerald (Guy Pearce) ed Ernest Hemingway (Dominic West), tanto per far capire di che nomi stiamo parlando. Ma ecco che poi entra in scena lui, Thomas Wolfe che ancora non è il Thomas Wolfe venerato dalla beat generation coi suoi romanzi fiume, poetici ed impressionistici, morto a soli 38 anni nel ’38, all’apice della sua carriera. È ancora un giovane spiantato (col volto di Jude Law) che sta collezionando rifiuti da tutti gli editori di New York, finché non incontra il genio nascosto tra i geni di questa storia (vera): Max Perkins.
A lui, infatti, interpretato dall’oscarizzato Colin Firth è dedicato questo biopic, già passato alla Berlinale e ispirato alle pagine di Max Perkins. L’editor dei geni di Scott Berg che, come spiega lo stesso titolo, è la biografia di questo discreto e coraggioso signore che nella sua lunga carriera di editor letterario per la casa editrice newyorkese Scribner’s Sons, ha scoperto talenti del calibro di Fitzgerald, Hemingway e Thomas Wolfe, appunto, tutti e tre, in principio rispediti al mittente dagli altri editori.
Il film, appunto, ci racconta dell’amicizia nata fra lo scrittore, tutto genio e sregolatezza e il pacato e riservato editor, con numerosa famiglia – cinque figlie – a carico e una moglie drammaturga che preferirebbe a casa. Un rapporto intenso e sofferto che prende l’avvio di fronte alle oltre mille pagine del manoscritto che Wolfe lascia sulla scrivania di Max e che dopo un anno di lavoro diventarà il best seller rivelazione, Angelo, guarda il passato.
Lavoro di limatura e copiosi tagli, sopratutto che Max compie con rigore per arginare la scrittura compulsiva dell’esuberante scrittore appena ventenne (“Per fortuna che non hai lavorato su Tolstoji, altrimente sarebbe uscito Guerra e niente, gli dice scherzando Tom) col quale, giorno dopo giorno, il legame diventa sempre più forte ed esclusivo. A scapito degli affetti di entrambi. La famiglia di Max, ma soprattutto la signora Bernstein, la bella amante (col volto di Nicole Kidman) di Tom che per lui ha lasciato il ricco marito banchiere, ricendo alla fine il benservito dallo scrittore, ormai star.
Il film arriva fino alla scomparsa – per una malattia fulminante – del giovane sempre più egoista ed egocentrico artista che nel frattempo ha chiuso anche con l’amico Max, accettando le offerte milionare degli editori concorrenti, salvo poi inviare una lettera di scuse “dall’al di là”. Insomma, a differenza del titolo, nulla è geniale nella narrazione, nè tatomeno nello stile che procede attraverso le corde del melodramma più convenzionale e televisivo.
Genius uscirà in sala il 9 novembre per Eagles Pictures.
Gabriella Gallozzi
Giornalista e critica cinematografica. Fondatrice e direttrice di Bookciak Magazine e del premio Bookciak, Azione!. E prima, per 26 anni, a l'Unità.
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