Morto Per Olov Enquist, lo scrittore (e sceneggiatore) che indagò il lato oscuro della Scandinavia
È scomparso il 25 aprile all’età di 85 anni il grande scrittore svedese Per Olov Enquist, voce critica che con la sua opera (anche da sceneggiatore) ha esplorato per oltre cinquant’anni le contraddizioni della società e della storia scandinava (e non solo).
Nato il 23 settembre 1934 a Hjoggböle, nel nord della Svezia, si laurea in storia all’università di Uppsala ed esordisce da narratore nel 1961 (col libro Kristallögat), cui segue Il quinto inverno del magnetizzatore (1964), ispirato alla figura del medico e pioniere dell’ipnosi Mesmer, vissuto tra Settecento e Ottocento.
La sua produzione letteraria raggiunge negli anni un rilievo internazionale (con numerosi riconoscimenti e opere tradotte in 23 lingue) ed è spesso tesa a illuminare nodi controversi del passato: tra i titoli, il romanzo I legionari (1968, vincitore del Nordic Council’s Literature Prize), sulla deportazione dei soldati baltici da parte degli svedesi alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Particolarmente noto e apprezzato Il medico di corte (1999, edito in Italia da Iperborea nel 2001), sul medico personale (poi primo ministro) del re di Danimarca Cristiano VII, nel Nord Europa settecentesco attraversato dalle idee illuministe. Il romanzo si aggiudica il Premio Super Flaiano 2002 e il Premio Mondello 2002. Nel 2010 Enquist ottiene anche il prestigioso Svenska Akademiens nordiska pris, detto il “piccolo Nobel”.
Amico di Ingmar Bergman (come narrato nell’autobiografia dello scrittore, Un’altra vita), Enquist è stato anche sceneggiatore per produzioni cinematografiche e televisive: fra queste, diversi adattamenti dai suoi libri, come Baltutlämningen (1970, da I legionari), August Strindberg: Ett liv (1985, dalla sua biografia del drammaturgo svedese, August Strindberg: una vita, edita in Italia da Iperborea nel 1984) e il biopic Hamsun (1996), tratto dal libro Processo a Hamsun (edito da noi nello stesso anno da Iperborea), sul controverso scrittore norvegese (premio Nobel ma anche sostenitore degli occupanti nazisti), interpretato nel film da Max von Sydow.
Di quest’ultimo Enquist ha co-sceneggiato uno dei maggiori successi sul grande schermo, Pelle alla conquista del mondo (1987, di Bille August), dal primo volume del romanzo di Martin Andersen Nexø. Altri contributi significativi come sceneggiatore sono per il giallo Chez nous (1978, di Jan Halldoff) e il dramma Il capitano (1991, di Jan Troell), ispirato a un vero caso di cronaca nera svedese.
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