È Palermo ma potrebbe essere Seul. Gli “Spaccaossa” di Vincenzo Pirrotta da Venezia alla sala

In sala dal 24 (con Cinecittà Luce) “Spaccaossa”, esordio cinematografico del regista e drammaturgo Vincenzo Pirrotta, co-sceneggiato da Salvo Ficarra, Valentino Picone e Ignazio Rosato. Al cuore della Palermo criminale seguendo una banda di delinquenti che frantumano gli arti a vittime consenzienti per riscuotere lauti indennizzi assicurativi. Un film di rigore pasoliniano che se arrivasse da Seul o Bombay sarebbe considerato un esordio eccezionale. Passato alle Giornate degli Autori- Notti Veneziane …

Potrebbe essere Seul. O Bombay. O il Bronx. Miseria e disperazione, e sfruttamento vergognoso delle medesime, si assomigliano ovunque. Ma se ci arrivasse da uno di questi Paesi, Spaccaossa, di Vincenzo Pirrotta, sarebbe considerato un esordio registico eccezionale per crudezza, uno spaccato di cronaca estrema che non fa sconti.

Il film parla invece del ventre molle di Palermo, esce il 24 novembre in una manciata di copie con Luce Cinecittà, e la valanga di inutili titoli italiani senza senso né qualità potrebbe scoraggiare gli spettatori. A Venezia è stato in rassegna alle Giornate degli Autori- Notti Veneziane.

L’organizzazione criminale specializzata nel mutilare gli arti a vittime consenzienti, frantumandole con un trolley imbottito di pesi da palestra, non è un’invenzione. Ha operato in questi anni tra i vicoli palermitani, speculando sugli indennizzi assicurativi per incidenti fittizi che ingrassavano il racket e remuneravano le vittime consenzienti con pochi spiccioli.

Attore e autore di teatro di grande prestigio, Pirrotta conta su autorevoli estimatori: Daniele Ciprì firma la fotografia di una Palermo di oscurità visiva e morale, Salvo Ficarra e Valentino Picone producono con la Tramp Limited di Attilio De Razza e co-firmano da sceneggiatori, insieme allo stesso Pirrotta e a Ignazio Rosato. Tanto per dire che l’attività della coppia è tutt’altro che circoscritta alla commedia, come confermerà La Stranezza di Roberto Andò, che li vede accanto a Toni Servillo e che esce a ottobre.

C’è una sottigliezza di scrittura, in Spaccaossa, che non ha niente a che fare con la serialità malavitosa. Vincenzo, il reclutatore (lo stesso Pirrotta) è una pedina oscura del racket, spregiata e sottopagata come i disperati che adesca, disoccupati, indebitati con gli strozzini o semplicemente ansiosi di festeggiare con sfarzo la Prima Comunione della figlia, con tanto di cantante neomelodico in affitto.

Vincenzo ha una riserva di fragilità e tenerezza nel suo cinismo: protegge la giovane tossica Luisa (Selene Caramazza), forse ne è innamorato, le garantisce il crack e, quando è per strada, un rifugio. Succube di una madre devota e spietata, accetterà di “rompere” anche lei, già ferita fino all’estremo dalla vita, in un crescendo da tragedia greca. Mettendo al bando la retorica e gli happy ending consolatori, Spaccaossa è un film di pasoliniano rigore che recluta in piccoli ruoli compagni d’arte come Luigi Lo Cascio, Ninni Bruschetta, Rossella Leone.

Con le radici nella cronaca della miseria ordinaria, è un apologo universale. Chiede Salvo Ficarra: quanto è disposto a sacrificare ognuno di noi anche in cambio di poco?

Fonte Huffington