“Nuove parole e nuove immagini”. SalinaDocFest le scopre con Oliver Stone, Lidia Ravera e Antonietta De Lillo

Dal 15 al 20 luglio, torna a Salina il SalinaDocFest. Il tema di questa 19esima edizione è “Nuove Parole/Nuove Immagini”. Tra le sei opere in concorso “L’occhio della gallina” di Antonietta De Lillo e “Il cassetto segreto” di Costanza Quatriglio. Molti gli ospiti e i premiati: da Oliver Stone a Lidia Ravera, da Ascanio Celestini a Jeremy Irons.  Una nuova sezione dedicata ai mestieri del cinema. Si raccolgono anche le firme per un nuovo manifesto…

 

Dal 15 al 20 luglio, a Salina (Isole Eolie), arriva la XIX edizione del SalinaDocFest, festival del documentario narrativo, diretto dalla fondatrice Giovanna Taviani, la cui presidente quest’anno sarà Giulia Giuffrè. Come da tradizione, il fulcro dell’evento sono le storie vere raccontate con il cinema d’autore, per legare la potenza immaginativa di artisti ed artiste alla concreta realtà in cui siamo immersi.

“Nuove Parole/Nuove Immagini” è il tema di quest’anno: riportare al centro l’importanza del vocabolario tanto linguistico quanto di immagini, in un mondo in cui c’è un sovraccarico di entrambi senza che se ne conosca realmente la grammatica. A condensare questo motivo ci pensano le sei pellicole selezionate per il Concorso Nazionale Documentario Narrativo, in gara per i tre premi principali del festival: il “Premio Palumbo” che sarà assegnato al miglior documentario, il “Premio MediaFenix” per il miglior montaggio e il “Premio Signum” conferito dal pubblico.

Tra le opere spicca L’occhio della gallina di Antonietta De Lillo (in foto), ironico autoritratto dell’autrice napoletana, incentrato sui vent’anni di censure ed ostracismi vissuti per aver rivendicato il diritto ad una migliore distribuzione del suo film, Il resto di niente. Ma anche il racconto della resistenza di una donna, di un’autrice, capace di fare cinema contro l’isolamento.

Troviamo poi l’esordio di Tommaso Romanelli No More Trouble, film intimo in cui il regista affronta il vuoto lasciato dalla scomparsa del padre, ingegnere e velista, dopo una traversata atlantica. Il rapporto con il padre è centrale anche in Il cassetto segreto di Costanza Quatriglio, candidato ai David di Donatello 2025 come miglior documentario, in cui le carte e le parole di Giuseppe Quatriglio (padre della regista, storico giornalista per Il Giornale di Sicilia) permettono il dialogo tra memoria privata e memoria collettiva. Già compagno di candidatura ai David, torna in gara accanto all’opera di Quatriglio Tineret di Niccolò Ballante: la storia di Andrei, ragazzo moldavo che vive a Roma, la cui vita si districa tra il lavoro come stalliere, la giovinezza dell’uscire con gli amici, la maturità di diventare figura paterna per la madre e la sorella, il desiderio di fare il musicista.

Una prospettiva sociale e collettiva su una pagina d’Italia la porta al festival Alessandro Piva con il suo Fratelli di culla (presentato al BIF&ST nel Concorso per il Cinema Italiano), in cui è raccontata la dimenticata storia del brefotrofio di Bari, dove erano accolti i bambini abbandonati alla nascita o sottratti alle famiglie dai servizi sociali.

Ultimo, ma non per importanza, è Real di Adele Tulli (presentato in anteprima mondiale alla 77esima edizione del Festival di Locarno nella sezione di concorso

Cineasti del Presente) che porta sullo schermo un viaggio nell’iperconnessione con cui ogni giorno ci confrontiamo, un mondo familiare e contemporaneamente sconosciuto narrato con poesia e uno sguardo non giudicante.

Oltre al concorso, anche grandi ospiti. Dà il via alle danze, non solo alle celebrità, ma all’intero Festival, Oliver Stone che nel giorno di apertura riceverà il “Premio Gruppo Arena”, cerimonia seguita dalla proiezione di Salvador (1986). Il regista Premio Oscar presenterà il suo libro Cercando la luce – Autobiografia (edito da La Nave di Teseo), dove, dialogando con Silvia Bizio, parlerà del romanzo in cui il politicamente corretto non ha posto, come non lo ha avuto nella vita e nelle battaglie che l’autore ha vissuto ad Hollywood.

Sbarcano sull’isola anche la coppia Jeremy Irons e Sinéad Cusack. Il primo sarà insignito del “Premio Irretec” per il suo attivismo civile ed ambientale, rappresentato con la proiezione di Trashed (opera fuori concorso di Candida Brady, 2012) in cui Irons è la voce narrante di un viaggio verso uno dei luoghi maggiormente inquinati del pianeta. La seconda riceverà invece il “Premio Lady Wilmar” per la sua visione artistica al femminile.

Mentre il Premio Ravesi sarà assegnato ad Ascanio Celestini per Poveri Cristi, opera che fonde parola e immagine con urgenza poetica, e a Lidia Ravera il Premio “Nuove Parole / Nuove Immagini”, in sintonia con il tema centrale dell’edizione.

Tra le novità del festival, la sezione I Mestieri del Cinema, con un focus particolare sulle professioni che stanno dietro alla costruzione di un documentario (dal montaggio alla colonna sonora), e il Manifesto “Il Cinema come Mestiere dell’Immaginario – Per il Diritto di Cittadinanza allo studio del linguaggio audiovisivo nelle scuole”, firmato da Giovanna Taviani e SalinaDocFest, che sarà presentato ufficialmente in un incontro pubblico sabato 19 luglio. Il manifesto prende spunto dal libro Il cinema, l’immortale (Giulio Einaudi Editore, 2022) del regista Daniele Vicari, primo firmatario dell’iniziativa, che riflette su come siamo entrati nell’era digitale senza gli strumenti per decifrarne il linguaggio.

Tanti altri eventi, degustazioni, proiezioni fanno parte del programma del Festival, il cui ingresso è libero e consentito a tutti fino ad esaurimento posti.  Qui maggiori informazioni.


Valentina Scarfò

Tirocinante Università La Sapienza

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