“Mother!” tutti gli errori di Dio e Signora
In sala dal 28 settembre (per 20th Century Fox) il film tra i più fischiati a Venezia 74, “Mother!” del newyorkese Darren Aronofsky che torna ai temi biblici, dopo aver fatto vestire i panni di Noè a Russell Crowe. In una casa paradisiaca dove vivono Dio (Javier Bardem) e Madre Natura (Jennifer Lawrence) l’arrivo improvviso di Adamo (Ed Harris) scombina i piani della creazione… La personale lettura di Stefano Amadio, ma non fatevi ingannare dal suo cognome…
Che il mio cognome non vi lasci cadere in errore: io, della Bibbia, ho letto solo il titolo e non ho neanche intenzione di andare oltre, ma…
Il nuovo film di Darren Aronofsky non è altro che la messa in scena del Libro dei libri da parte di un grande autore. Niente tromboni barbuti che parlano dalle montagne di sabbia, niente mari che si aprono o famiglie mezze nude che mangiano mele e si ammazzano a vicenda. O meglio, c’è tutto ma non nella forma che siamo abituati a vedere al cinema.
Dalla genesi all’apocalisse, Mother! (ma che titolo fuorviante…) comincia col volto di una donna ustionata e con una pietra capace di far tornare in vita i resti inceneriti di qualcosa che fu un paradiso.
Qui, in una casa circolare (il paradiso terrestre) bella quanto isolata, immersa in una radura a sua volta immersa in un universo verde, vive Dio (Javier Bardem) che, insieme a Madre natura (Jennifer Lawrence) stanno cercando di creare qualcosa. Lei vuole un figlio, lui ha il blocco creativo fin quando non riesce a buttar giù qualcosa e non bussa alla porta Adamo (Ed Harris), un uomo che porta conforto alla solitudine dell’Essere Superiore ma scombina i piani della donna di casa, intenta a costruire il suo mondo.
Adamo, imperfetto e mezzo malaticcio (umano insomma), è fonte di ispirazione per Dio che di getto butta giù il testo della creazione.
Mentre è vittima di una notte di bagordi, probabilmente causati dall’umana solitudine, Adamo è intento a rigettare nel wc e Dio coglie l’occasione per asportargli la costola. Non l’avesse mai fatto!
Il mattino dopo piomba in casa Eva (Michel Pfiffer), creata dalla costola e prontissima a rovinare quel paradiso che era l’Eden messo su da Madre Natura e Consorte. E allora pronti via, la protocoppia si infila nella stanza proibita e inaccessibile dove il supremo conserva l’oggetto catalizzatore (una pietra che rappresenta l’amore, il soffio vitale) per farselo, insieme al marito, cadere dalle mani mandandolo in mille pezzi. Due fessi. È la fine.
Il peccato originale è compiuto e tutto si avvia verso una discesa dove nessun freno potrà fermare l’impatto catastrofico.
Chi bussa alla porta oggi? Caino e Abele, che rivendicando interessi materiali e affettivi da mamma e papà, non perdono tempo a prendersi a botte con il risultato della morte del fratello meno cattivo.
In parallelo anche quella che era Madre Natura si trasforma in una donna vera e propria, subendo gli effetti dell’originale peccato dei due sgraditi ospiti Adamo ed Eva (e figli) e rimanendo incinta di Dio.
Gli ospiti in casa (sulla Terra) aumentano, dal funerale di Abele si passa a un moltiplicarsi di persone che rivendicano il loro diritto di essere lì (qui). Derelitti, beghine, manager che gestiscono la fede nel Creatore (la Chiesa), occupano e distruggono tutto fino a che la Terra finisce nelle loro mani, malgrado la Madre provi a ristabilire ordine e proprietà, finché…
… Partorisce il figlio di Dio. E che fa Dio? Prende orgogliosissimo il bambino (Gesù) e lo porta in mezzo agli uomini che lo issano a braccia e lo venerano ma poi, maldestramente, lo uccidono e ne mangiano il corpo (il corpo di Cristo).
A quel punto, con la Terra completamente fuori controllo, con Dio abbastanza confuso e con la Madre che non è più Maria (il figlio che la rendeva umana è morto) arriva l’Apocalisse. Madre Natura scende nel seminterrato, svuota il serbatoio del petrolio (il petrolio) e con una mega esplosione distrugge tutto, il suo mondo e se stessa.
Unico superstite, ovvio, Dio che recupera dal cuore della Madre, morente e con il volto ustionato come la donna dell’inizio, l’ultimo briciolo d’amore in forma di cristallo che pone al centro dell’universo carbonizzato facendogli tornare colore e vita.
Sul letto matrimoniale, nella stessa stanza da letto dell’inizio, una donna dorme di spalle, con il braccio controlla dietro di sé la presenza del marito, poi si volta e scopriamo che è una nuova Madre Natura. Il ciclo della Creazione ricomincia. Fine.
La domanda è: stavolta, in questo nuovo giro di creatività, Dio commetterà gli stessi errori fidandosi dell’uomo e della donna o imbroccherà una creazione, magari senza bipedi idioti tra i piedi, che non sia destinata a finire in un gigantesco sacrosanto barbeque?
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