Venezia 76: domani al via con Maresco, Marcello, Martone (e Mattotti). E tanta letteratura
Maresco, Marcello, Martone. Tre italiani in concorso, e la bella affiche (oltre alla sigla) di Lorenzo Mattotti (anche presidente di giuria del Premio Bookciak, Azione!), più tanti grandi nomi internazionali (da Kore-Eda a Polansky, da Larrain a Guédiguian) e tanta, davvero tanta letteratura.
Questo a grandi linee il programma di Venezia 76 (al 28 agosto al 7 settembre) presentato il 25 luglio mattina a Roma, come di rito, dal presidente della Biennale Paolo Baratta e dal direttore Aberto Barbera.
Tanta letteratura, dicevamo. E sì a cominciare proprio dal concorso e dal film più atteso, quell’adattamento del celebre (e politico) romanzo di Jack London che Pietro Marcello ha voluto rileggere offrendo i panni del protagonista, Martin Eden, a Luca Marinelli.
Dal teatro di Eduardo De Filippo arriva “direttamente” il nuovo film di Mario Martone (era al Lido appena lo scorso anno, e sempre in concorso, con Capri Revolution), Il sindaco del rione Sanità, che aveva messo in scena a suo tempo e che uscirà in sala con Nexo Digital come evento speciale il 30 settembre e il primo e 2 ottobre.
La terza M del concorso è quella di Franco Maresco, che torna al Lido (dopo l’omaggio a Franco Scaldati, Gli uomini di questa città io non li conosco) con La mafia non è più quella di una volta, nuovo affresco “antropologico” della sua Sicilia, attraverso due personaggi agli antipodi, la fotografa anti mafia Letizia Battaglia e Ciccio Mira (già immortalato in Belluscone. Una storia italiana), impresario di feste di piazza per i boss dei rioni.
Anche Roman Polanski è in corsa per il Leone. E partecipa con un film a carattere storico, ma comunque ispirato da un romanzo: L’ufficiale e la spia di Robert Harris (Mondadori) ricostruzione del celebre “affaire Dreyfus”, il noto errore giudiziario ai danni del militare francese di origini ebree a cui il regista polacco deve sentirsi accomunato nel destino di “perseguitato” (il riferimento è all’accusa di stupro di quarant’anni fa). Il titolo, J’accuse, fa riferimento all’articolo con cui Émile Zola puntava il dito contro il clima di antisemitismo imperante nella Terza Repubblica francese.
La storia, quella più recente sui postumi della Guerra fredda, invece, la racconterà Olivier Assayas che, dopo, Carlos porta in concorso, Wasp Network, un thriller ambientato nel mondo del controspionaggio cubano degli anni ’90, tra L’Avana e Miami, basato sul libro di Fernando Morais, Gli ultimi soldati della guerra fredda, ancora inedito in Italia.
Il grande colombiano Ciro Guerra (L’abbraccio del serpente, Oro verde), anche lui in concorso, attinge al potente romanzo del premio Nobel sudafricano J.M. Coetzee, Aspettando i barbari, per raccontare la crisi di coscienza di un magistrato che si ribella al regime, in un nuovo tassello del suo coerente percorso artistico in difesa dell’aterità.
Il regista ceco, Václav Marhoul approda al concorso con la trasposizione de L’uccello dipinto dello scrittore Jerzy Kosiński (1933-1991), quello del fortunato Oltre il giardino, diventato un film indimenticabile con un Peters Sellers così intenso da aver ottenuto una candidatura all’Oscar. In The pentind Bird, le peregrinazioni di un bambino ebreo durante la Seconda guerra mondiale, diventano metafora esplicita del nostro presente xenofobo, attraversato da esodi biblici di migranti.
Passando al fuori concorso – in compagnia di Vivere di Francesca Archibugi – , ecco l’atteso ultimo film di Gabriele Salvatores, Tutto il mio folle amore, dal bestseller di Fulvio Ervas, Se ti abbraccio non aver paura, dedicato al rapporto tra un padre e un figlio affetto da autismo, narrato attraverso un “avventuroso” on the road.
Liberamente ispirato alle vite e ai diari dei militari Guido Balzani, Remo Canetta, Enrico Chierici, Adolfo Franzini, Nuto Revelli, Mario Rigoni Stern, è Il varco di Federico Ferrone e Michele Manzolini che, scritto dai due registi insieme a Wu Ming 2, racconta attraverso immagini di repertorio il viaggio di un soldato italiano diretto al fronte sovietico.
Un grande del cinema politico come Costa-Gavras (premiato col Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2019) presenta Fuori concorso Adulti nella stanza, dall’omonimo romanzo di Yanis Varoufakis, l’ex ministro delle Finanze della Grecia, che racconta, con particolari densi e scottanti, il suo scontro con le forze economiche e politiche più potenti del pianeta.
Nella sezione Sconfini figura il nuovo film di Alessandro Rossetto, Effetto Domino dall’omonimo romanzo di Romolo Bugaro (Marsilio). Una cittadina termale del nord est italiano, una speculazione edilizia destinata a lucrare sulla vecchiaia, imprenditori senza scrupoli ed ecco che l’effetto domino del titolo trascina a catena tutti i protagonisti, “senza saperlo, i personaggi si addentano come cani ciechi, ognuno è sbranato mentre sta per sbranare; non può che sbranare, ma sarà sbranato a sua volta“.
Chiude, per ora, la carrellata letteraria come evento speciale, ZeroZeroZero la serie Sky di Stefano Sollima, dall’omonimo libro-inchiesta di Roberto Saviano sui grandi cartelli della coca di cui saranno mostrati al festival i primo due episodi, così come per il seguito di The New Pope di Paolo Sorrentino.
Tra i ritorni più attesi, poi, quello dil Robert Guédiguian (Gloria Mundi); della saudita Haifaa Al-Mansour (The Perfect Candidate); di Olivier Assayas (Wasp Network); Atom Egoyan (Guest Of Honour); Pablo Larrain (Ema); Steven Soderbergh (The Laundromat).
Gabriella Gallozzi
Giornalista e critica cinematografica. Fondatrice e direttrice di Bookciak Magazine e del premio Bookciak, Azione!. E prima, per 26 anni, a l'Unità.
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