Addio Russell Banks, lo scrittore dei diseredati d’America. Amato dal cinema d’autore


È stato il cantore dell’America degli ultimi, dei diseredati, delle famiglie operaie condannate alle eterne periferie. È morto a New York il 7 gennaio all’età di 82 anni Russell Banks, una delle voci più progressiste e anticonformiste della letteratura americana contemporanea.

Nato da una famiglia operaia e impiegato a sua volta come operaio, idraulico, commesso Banks ha avuto una carriera lunga mezzo secolo e trasformata, quando ormai andava verso i sessant’anni, dal successo cinematografico di due film d’autore.

Tra gennaio e marzo 1997, infatti, sono Atom Egoyan e Paul Schrader a portarlo alla ribalta rispettivamente con Il dolce domani, dal suo omonimo romanzo e Affliction, adattamento di Tormenta. L’incidente fatale di uno scuolabus e una morte misteriosa durante una battuta di caccia nella neve del New Hampshire sono storie così belle e profonde da attirare attori del calibro di Nick Nolte (nomination all’Oscar), Sissy Spacek, James Coburn (che l’Oscar lo vinse), Willem Dafoe e Ian Holm.

Ed entrambe sono storie di gente che nella storia non entreranno mai. Filo rosso della sua lunga bibiografia che parte dal 1975 — negli Usa ha pubblicato quattordici romanzi, sei raccolte di racconti, due di poesie e tre di saggi — e di cui i lettori italiani hanno a disposizione La deriva dei continenti, Tormenta, Il dolce domani, La legge di Bone e l’ultimo, sempre pubblicato da Einaudi, I tradimenti in cui un anziano filmmaker fa un durissimo bilancio della sua vita.

L’ultimo romanzo, uscito negli Usa a novembre e ancora inedito da noi è The Magic Kingdom, sulla comunità cristiana fondamentalista Shaker. Con La deriva dei continenti (2013), Banks è stato finalista al Pulitzer e ha ottenuto il Dos Passos Prize per il miglior romanzo.