Cinque personaggi per un autore. Eros Puglielli torna al cinema con “Nevermind”

In sala dal primo agosto (per Minerva Pictures), “Nevermind” commedia grottesca di Eros Puglielli. Film a episodi con cinque personaggi, dal cuoco all’avvocato, dalla babysitter allo psicologo, le cui storie si intrecciano tra di loro in cerca di una vena satirica. La scommessa, però, riesce solo in parte. Complimenti agli interpreti (Paolo Sassanelli, Andrea Sartoretti, Giulia Michelini, Massimo Poggio, Alberto Molinari e Renato Scarpa) …

Sulla scia della promettente novità di considerare l’estate una stagione buona per lanciare nelle sale i film in prima visione (onore al merito di Minerva Pictures, che in questo caso promuove la produzione “indipendente” Déjà vu Production, Minerva Pictures e Monkey King) esce il 1° agosto Nevermind del regista italiano – ma anche mezzo australiano – Eros Puglielli.

Nato a Roma, classe ’73, Puglielli ha costruito la sua carriera prima sui cortometraggi e poi sulle fiction televisive, cercando di adattarne il linguaggio alla padronanza del mezzo tecnico e a un discreto talento visionario.

Nevermind è un film a episodi che utilizza lo strumento caro a Buñuel del passaggio di testimone da un protagonista (più o meno secondario) di un episodio all’altro.

Le storie sono incentrate su cinque personaggi le cui vicende si intrecciano in maniera non sempre coerente e consequenziale: uno psicologo che riscuote grande successo alla radio ma è investito a più riprese da un carro attrezzi; un avvocato che esercita il suo mestiere senza resistere alla tentazione di “ravanare” nelle proprie mutande anche in orario di ufficio; una babysitter alle prese con un bambino invisibile; il suo fidanzato che chiede un prestito a un vecchio amico incestuoso esponendosi a un’umiliazione fuori misura; e infine un cuoco ossessionato da un concorrente che fa il bello e cattivo tempo grazie alla popolarità guadagnata in tv.

Il materiale sarebbe sufficiente per costruire un racconto non privo di venature satiriche, aggiornando la tradizione della commedia all’italiana che sul film a episodi ha costruito molte delle proprie fortune. La scommessa, però, riesce solo in parte, limitandosi sostanzialmente a uno solo dei cinque episodi.

Colpa forse della scrittura un po’ frettolosa e dei tempi contingentati imposti dal budget e dagli impegni degli attori scritturati nel film. Alla fine gli episodi risultano un po’ scollegati uno dall’altro. Alcuni si perdono lungo la strada e uno di questi – il più efficace narrativamente, anche perché ironizza sulla moda della cucina stellata che invade le nostre televisioni – prende il sopravvento su tutti gli altri.

Peccato, perché alcuni punti di forza del film, gli effetti speciali, l’originalità delle storie, nonché gli attori chiamati a dar prova di sé, avrebbero forse meritato una maggiore accuratezza. In ogni caso complimenti al regista per avere condensato in soli 13 giorni di riprese la fattura di un film che poteva mirare più in alto. E complimenti agli attori (Paolo Sassanelli, Andrea Sartoretti, Giulia Michelini, Massimo Poggio e Alberto Molinari) per avere assecondato nel migliore dei modi lo sforzo della regia. Nel cast emerge tra gli altri Renato Scarpa in una parte che potremmo definire “cammeo dilatato”.