Ecco i finalisti del Premio Zavattini

Selezionati i sei finalisti della prima edizione del Premio Zavattini, destinato a incentivare la conoscenza e il riuso creativo del materiale d’archivio. Tra i temi scelti, il lavoro, le migrazioni, la casa…

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Sono sei i finalisti della prima edizione del Premio Zavattini che potranno accedere al seminario di sviluppo, da cui poi usciranno tre vincitori. Eccoli: Arianna Lodeserto per Le case che eravamo, dedicato alle forme del’abitare; Patrizio Partino per Dimenticata militanza che dipinge un ritratto inusuale di Gian Maria Volonté, tra talento artistico e militanza politica; Carla Oppo, per Fuori programma, riflessione sul vero e falso del cinema; Pier Francesco Li Donni, per Massimo che racconta la città operaia attraverso lo sguardo incantato di un bambino; Giulia Casagrande, per Memorie di una casa vuota, riflessione sulle identità e lo spaesamento del migrante; Alessandro Arfuso e Riccardo Bolo per la Rivoluzione meccanica, la lotta di classe come in un fim di fantascienza.

La giuria del Premio Zavattini è composta da Roberto Perpignani, presidente, affiancato da Marco Bertozzi, Antonietta De Lillo, Wilma Labate e Luca Ricciardi.

Il premio è nato per incentivare la conoscenza e il riuso creativo del materiale d’archivio, per rimettere in circolo il repertorio, per far ripartire l’ingranaggio collettivo della memoria. Un concorso innovativo che nasce da lontano, ossia da quello stesso archivio che Zavattini ha fondato, diretto e curato con l’idea, appunto, di rendere vivi i materiali di repertorio  per “entrare nella dialettica odierna delle lotte democratiche, di contribuire a creare una informazione più libera fin dalla sua radice”.

Stiamo parlando, infatti dell’Archivio Audiovisivo del movimento operaio e democratico (Aamod) che promuove il Premio attraverso UnArchive, sostenuto dalla Società Italiana Autori ed Editori (Siae) e dalla Regione Lazio – Assessorato alla Cultura, con Cineteca Sarda, l’Archivio del Cinema del Reale, tra i principali partner.

Si tratta, insomma, di realizzare dei documentari di massimo 15 minuti, attingendo al materiale d’archivio visionabile sul canale Youtube dell’Aamod. Possono partecipare al concorso, attraverso bando pubblico, giovani filmmaker professionisti e non, di qualsiasi nazionalità, di età compresa tra i 18 e i 35 anni.