Kasia Smutniak nel “Limbo” afghano vince il RomaFictionFest
L’attrice premiata alla rassegna romana nei panni della donna soldato protagonista del film tv ispirato all’omonimo romanzo di Melania Mazzucco. Andrà in onda il 2 dicembre su Raiuno…
“Nonostante il dolore di questi giorni tolga il fiato a tutti noi, sono emozionata di ricevere questo premio per il film Limbo, che racconta il superamento di un trauma e il mio pensiero non può non andare a chi in queste ore si trova in un suo limbo dal quale dovrà trovare la forza di uscire”.
Così Kasia Smutniak, riferendosi alla strage di Parigi, si è rivolta al pubblico della IX edizione del Roma Fictionfest, dove è stata incoronata miglior attrice per l’interpretazione della donna soldato protagonista di Limbo, il film tv di Lucio Pellegrini che andrà in onda su Raiuno il prossimo 2 dicembre.
Tratto dall’omonimo romanzo di Melania Mazzucco (Einaudi), che ha collaborato alla stesura del soggetto, insieme a Laura Paolucci e Francesco Piccolo (questi ultimi firmano anche la sceneggiatura), Limbo racconta la storia di una reduce dal fronte afghano. Manuela Paris (Kasia Smutniak) una ragazza di neanche ventotto anni che torna a casa alla vigilia di Natale. È assente da tempo, da quando è andata via, ancora ragazza per fare il soldato. Con determinazione e sacrificio, Manuela si è faticosamente costruita la vita che sognava, fino a diventare sottufficiale dell’esercito e comandante di plotone in una base avanzata del deserto afghano, responsabile della vita e della morte di trenta uomini. Ma il sanguinoso attentato in cui è rimasta gravemente ferita la costringe a una guerra molto diversa e non meno insidiosa: contro i ricordi, il disinganno e il dolore, ma anche contro il ruolo stereotipato di donna e vittima che la società tenta di imporle.
L’incontro con il misterioso ospite dell’ Hotel Bellavista, Mattia (Adriano Giannini), un uomo apparentemente senza passato e, come lei, sospeso in un suo personale limbo di attesa e speranza, è l’occasione per fare i conti con la sua storia. “
“Ho sempre creduto che il romanzo possa accogliere la sfida di confrontarsi con i cambiamenti e le contraddizioni del nostro tempo”, spiega Melania Mazzucco, già abituata alle trasposizioni cinematografiche dei suoi romanzi con Un giorno perfetto di Ferzan Özpetek.
“Limbo – prosegue la scrittrice – racconta la storia di Manuela e Mattia, entrambi reduci da una guerra incompresa, che non può essere vinta né dimenticata. Lottano col loro passato e col loro presente, per inventarsi un futuro”.
Alla base del romanzo, dice, la volontà di raccontare una donna soldato, mai ospitata dalla narrativa. Ma anche raccontare “la missione italiana in Afghanistan, che dura ormai da più di dieci anni, e di cui sentivo l’assenza di una rappresentazione poetica, capace di andare al di là della notizia di cronaca e di creare immaginario”.
In questo senso aggiunge la scrittrice, “Il personaggio di Manuela Paris mi permetteva di rovesciare la prospettiva di ogni racconto di guerra: che ha sempre assegnato all’uomo il ruolo del reduce, e alla donna quello della consolatrice. Attraverso di lei, ho cercato di far vivere in prima persona al lettore l’esperienza di una missione militare… Di far conoscere le ragioni per cui una giovane donna sceglie il mestiere delle armi, quali ambizioni e sogni ispirano le sue azioni, di quali ostacoli, difficoltà e disillusioni sono fatti i suoi giorni. Manuela ha sfidato il tabù ancestrale di ogni cultura che vede la donna nata per dare la vita, e non, potenzialmente, la morte. Ma Manuela non è solo una donna soldato: è un maresciallo degli alpini, comandante di un plotone. Si trova a esercitare un potere reale: una situazione nuova ma non estranea all’esperienza di tante donne di oggi, in cui molte, al di là della divisa di Manuela, potranno riconoscersi. Sono orgogliosa che il romanzo sia diventato un film”.
Annunciato dalle cronache, qualche anno fa, che sarebbe stato Daniele Vicari a portare Limbo sul grande schermo con Fandango, il progetto è cambiato in corsa, diventando una produzione tv, per la regia del più “televisivo” Luca Pellegrini (I liceali 1 e 2 di Canale 5) sempre per la casa di produzione di Domenico Procacci e Rai Fiction.
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