Torinofilmfest, da leggere e da vedere

Dall’autore de “Il the nel deserto” al grande Edgar Lee Masters, passando per i “nostri” Pavese e Antonia Pozzi, la rassegna torinese è tutto un rincorrersi di “film letterari”, incursioni nel teatro e nel musical. Tante suggestioni e buon cinema dal 20 al 28 novembre…

DRESSMAKER_02Due milioni e quattrocentomila euro. Tanto è il costo dell’edizione 33 del Torino Film Festival, dichiara la “rossa” Emanuela Martini, alla direzione della rassegna torinese in corso dal 20 al 28 novembre, sotto il segno di Orson Welles che troneggia nel manifesto. Un budget stringato se si pensa alla ricchezza del cartellone e si paragona all’offerta di altri festival cittadini – vedi l’appena conclusa Festa di Roma – i cui costi sono almeno il doppio. Non sono “conti della serva” ma parametri per giudicare una rassegna che la sua identità ce l’ha ben chiara (prima di tutto cinema giovane, opere prime, seconde e terze) fin dalle origini e negli anni ha continuato a crescere, nonostante l’avvicedarsi delle direzioni più recenti (Moretti, Amelio, Virzì).

Cartellone ricco, dicevamo, anche e soprattutto – per quel che ci riguarda – di letteratura. Se la sera dell’apertura è dedicata alle battaglie delle Suffragette di Sarah Gravon (in sala per Bim a marzo), il Gran Premio Torino incorona uno degli autori europei più originali emersi negli anni Ottanta: il britannico Terrence Davies che torna a raccontare le radici della sua gente ispirandosi ad un classico della letteratura scozzese come Canto del tramonto (1932) di Lewis Grassic Gibbon. 2234742

Dal titolo Sunset Song, il film porta sul grande schermo la storia della giovane Chris Guthrie (la modella Agyness Deyn) e il suo percorso di formazione – siamo negli anni precedenti la Prima guerra mondiale – all’interno di una famiglia di contadini, dominata da un padre rozzo e violento, interpretato da Peter Mullan.

Entrambi ambientati negli anni Cinquanta, poi, due titoli molto attesi della variegata sezione Festa Mobile. Brooklyn di John Crowley, dall’omonimo romanzo dell’irlandese Colm Toibin, adattato da un altro grande della letteratura britannica come Nick Hornby che ci accompagna nella vita della giovane Eilis (Saoire Ronan) che lascia l’Irlanda per cercare fortuna a New York. 2856993-9788845275395

E The Dressmaker (nella foto) ritorno alla regia dopo 17 anni dell’australiana Jocelyn Moorhouse che sforna una storia grottesca e scoppiettante – già campione d’incassi in Australia – ispirandosi all’omonimo best seller di Rosalie Ham.

9780143129066Una storia tutta al femminile intorno alla vita di Tilly (Kate Winslet) che diventata sarta dell’haute couture parigina, tornando nel paesino australiano di origine, si vendicherà a suo modo, stravolgendo il look delle signore, per essere stata cacciata dalla sua terra. Il film arriverà in sala dal 28 aprile per Eagle Pictures.

Nella stessa sezione anche Quel fantastico peggior anno della mia vita di Alfonso Gomez Rejon, produzione a stelle e strisce, tratta dall’omonimo best seller di Jesse Andrews che ne firma la sceneggiatura, in libreria per Einaudi. Premiato dal pubblico del Sundance di quest’anno il film narra la storia di Greg, liceale nerd col pallino delle parodie dei classici del cinema. Con lui l’amico Earl e la nuova compagna di classe gravemente malata. Nelle sale italiane dal 3 dicembre.

clip_image002[2]Il celebre autore americano de Il the nel deserto, Paul Bowles è invece al centro di A distant Episode dell’inglese Ben Rivers che, ispirandosi all’omonimo racconto dello cop-2.aspxscrittore nomade e viaggiatore, firma “un’incursione fantascientifica in uno spazio mitico” in bianco e nero.

L’incursione nell’horror letterario – a fronte di una ricca sezione dedicata al genere, “After Hours” che sarà aperta da February, esordio nella regia Osgood Perkins, figlio del celebre Anthony – è affidata a Tag, del giapponese Sion Sono, ispirato a Real Onigokko, horror al femminile di Yusuke Yamada, scrittore star del Sol Levante.

Già vista a Cannes e riproposta qui a Torino è poi la versione fiume delle Mille e una notte del visionario e politico Miguel Gomes che intreccia le narrazioni di Sherazade con la crisi della società portoghese. Mentre Kafka sarà evocato nel corto “d’epoca” (K) di Lorenza Mazzetti, scrittrice e pittrice italiana (e madre di David Grieco) tra i fondatori del Free Cinema, a cui Torino 2015 assegna il premio Maria Adriana Prolo.

Di poeti, ancora, racconta questo festival. Edgar Lee Master è celebrato da Ritorno a Spoon River di Nene Grignaffii e Francesco Conversano. A cent’anni esatti dall’indimenticabile Antologia, tradotta da noi negli anni Quaranta da Fernanda Pivano, gli abitanti di Lewinston e Petersburg, nell’Illinois, rileggono quei folgoranti epitaffi immersi nei loro ambienti familiari, mentre le immagini raccontano la provincia americana di oggi.ZOM

Gli ultimi dieci anni di vita della poetessa milanese Antonia Pozzi, già narrata da Marina Spada in Poesia che mi guardi, sono al centro di Antonia, in cui Ferdinando Cito Filomarino ricostruisce i suoi amori, la sessualità e i suoi tormenti fisici e psicologici, fino al tragico epilogo nel ’38.

Il poeta armeno Sayat Nova, torna nell’incantato film del 1969 del grande Sergei Parajanov (Il colore del melograno) riproposto nella selezione firmata dal guest director Julien Temple, tra cui figura anche la trasposizione del racconto dei fratelli Strugackij, Picnic sul ciglio della strada noto al mondo come uno dei capolavori di Andrei Tarkovsky, ossia Stalker. Completa l’incursione nel mondo poetico A Sud di Pavese, documentario di Matteo Belizzi dedicato ai luoghi simbolo del suo immaginario, dalle colline del Piemonte al mare calabrese del “confino”. Sempre nel concorso Doc italiani, c’è Duster, il nuovo film di Marco Santarelli che stavolta entra nella biblioteca del carcere di Bologna per leggere la Costituzione italiana insieme ai tedenuti musulmani.

Teatro e musical completano l’incursione di questo festival nelle pagine scritte. Con London Road, Rufus Norris (direttore del National Theatre di Londra) traspone l’omonimo musical di Cork e Blythe in uno spiazzante ibrido tra film d’inchiesta e thriller. Daniele Segre, invece, completa la sua trilogia teatrale (Mitraglia e il verme, Vecchie) con Morituri, commedia nera in cui tre donne si incontrano davanti ai loculi dei loro defunti. Mentre Davide Ferrario con Sexxx, dall’omonimo spettacolo del coreografo Matteo Levaggi incentrato su sesso e pulsioni, ha attirato persino l’interesse di Madonna che, in tour a Torino negli stessi giorni del festival, ha fatto sapere che questo è l’unico film che vuole vedere.