Mamma single con cellulare. E la famiglia è una commedia (divertente) da selfie

In sala dal 19 settembre (con I Wonder Pictures), “Selfie di famiglia” di Lisa Azuelos, commedia molto francese costruita su misura per Sandrine Kiberlain, nei panni di una mamma single alle prese con l’abbandono del tetto domestico dell’ultima dei suoi tre figli. Dialoghi scoppiettanti e un montaggio frenetico per un racconto dalla sensibilità squisitamente femminile …

Edificante, pieno di buoni sentimenti, di sensibilità squisitamente femminile, con dialoghi scoppiettanti e un montaggio frenetico: in breve Selfie di famiglia di Lisa Azuelos (gran premio al Festival Alpe d’Huez 2019), da giovedì distribuito nelle sale italiane da I Wonder Pictures, è davvero un film carino e “per tutti” (così si sarebbe espressa una volta la censura cattolica, aggiungendo un “con riserva” per via dell’abbondanza di parolacce e dell’occhiolino allo sballo giovanilista, versione innocente).

Il film, francese al cento per cento e ambientato nella Parigi medio-alto borghese, sembra costruito su misura per Sandrine Kiberlain, che presta il suo mobilissimo ed espressivo volto di donna un po’ nevrosée alla figura di una madre single, Héloïse, alle prese con il prossimo abbandono del tetto domestico dell’ultima dei suoi tre figli, che si trasferirà in Canada dopo aver vinto una borsa di studio.

Héloïse è super impegnata nella gestione di un ristorante alla moda, con un padre da tenere d’occhio, ma non cessa di dedicare tutte le sue energie al rapporto coi figli. Ai quali – come apprendiamo da una serie alternata di flashback – ha dedicato tutta sé stessa con un amore ricambiato e mai messo in discussione, neppure nelle fasi più critiche dell’adolescenza e nonostante qualche invadenza nei rapporti tra i figli e i loro coetanei.

In più Héloïse, per non farsi mancare nulla, ha una serie di occasionali rapporti con spasimanti che non cessano di farle la corte nei pochi spazi liberi da impegni familiari e sociali. E, per tenersi al passo coi tempi, vuole riprendere col cellulare tutti gli episodi salienti degli ultimi giorni in compagnia della figlia – da cui il titolo Selfie di famiglia – in modo da trattenere una parte dei ricordi più cari quando resterà sola nella casa ormai vuota.

Certo, con una trama così, è difficile non cadere nell’ovvio e nel sociologicamente corretto, anche se l’immagine dei giovani contemporanei che ne risulta è leggermente in controtendenza rispetto a quella di una generazione perduta, indifferente a genitori e nonni, capace di dialogare solo attraverso lo schermo del cellulare.

Anzi, qui è la stessa Héloïse ad affidarsi alle virtù taumaturgiche del telefonino, tanto da non darsi pace dopo averlo smarrito. Ben venga, tuttavia, il ripescaggio delle virtù familiari, se – come in questo caso – è del tutto innocente e privo di qualsiasi malizia. Un’ora e mezzo da trascorrere senza pensieri con la famiglia al completo, meglio se il padre vorrà farsi gentilmente da parte.