Nella stanza del figlio, realizzando i suoi desideri. Il bestseller francese è una favola da film

In sala dal 13 luglio (per Notorius Pictures) “La stanza delle meraviglie” della regista francese Lisa Azuelos, dall’omonimo romanzo di esordio di Julien Sandrel. Thelma è una mamma sola col figlio dodicenne. Louis è il suo pargolo pieno di desideri che, un giorno però per un incidente, finisce in coma. Riuscirà Thelma a realizzare tutti i sogni di Louis? Una favola sicuramente strappalacrime che piacerà agli amanti del genere …

Da non confondersi con l’omonima stanza americana di Todd Haynes che nel 2017 concorreva a Cannes, né con la serie Netlfix del messicano Guillelmo de Toro, questa ennesima Stanza delle meraviglie made in France, diretta da Lisa Azuelos, è tratta invece dal primo romanzo di Julien Sandrel che al suo esordio, con non poca sorpresa e meraviglia, ha visto realizzato il suo sogno: mollare per sempre il vecchio insopportabile lavoro e diventare uno scrittore di successo.

Edito infatti in Francia da Calmann Lévy nel 2018, in un baleno il suo libro ha venduto 320.000 copie. Ma non solo: ancor prima di uscire aveva già una fila di proposte di produttori pronti a pagarne i diritti.

Sandrel ha scelto Philippe Rousselet, quello de La famiglia Bélier e Famiglia all’improvviso con storie sempre in equilibrio tra dramma & commedia, e che a sua volta ha poi proposto la regia a Lisa Azuelos, figlia ormai quasi sessantenne di Marie Laforet, mamma su cui nel 2022, nel film autobiografico I Love America ha raccontato al mondo il suo non facile e non poco doloroso rapporto.

Lisa ha accettato la proposta anche se per la prima volta non solo non aveva letto il libro, ma neanche scritto la sceneggiatura (che è di Juliette Sales e Fabien Suarez) come da sempre aveva fatto per le sue precedenti commedie sentimental-drammatiche (Lolo, Dalida ecc.)

La storia non poteva non piacerle: è di una donna sulla quarantina, Thelma, (interpretata con partecipazione da Alexandra Lamy) che cerca di conciliare con fatica la sua vita di madre e di lavoro.

Impiegata ogni giorno in una sorta di mega magazzino Amazon, vive col suo bambino di 12 anni Louis (Hugo Questel) che sta tirando su senza l’aiuto di chi l’ha generato: un uomo sposato con cui ha avuto all’epoca una reciproca, appassionata relazione, ma che la moglie non l’avrebbe mai lasciata.

Sarà Thelma a lasciarlo, senza nemmeno avvertirlo della sua gravidanza, pronta a tenersi la creatura, forse forte del fatto che la sua mamma aveva avuto un’esperienza non diversa.
Con padre o no, la vita scorre perciò col normale stress di una donna non ricca che lavora con figlio pre-adolescente, fino al momento in cui il ragazzino viene investito col suo skateboard da un furgone.
Finisce in coma all’ospedale e tutto cambia. Louis, immobile per più di 6 lunghi mesi, e lei distrutta dalla tragedia.

Sarà trovare un “caro diario” nella “stanza del figlio”, fan dei manga, da lui illustrato con buon tocco da pittore, con i suoi sogni e propositi da realizzare nel suo prossimo futuro, ad innescare nella mamma il pazzo sogno che realizzando i suoi desideri riuscirà a risvegliarlo dal coma.

E con tenacia e determinazione Thelma si lancia nell’impresa: finisce in Portogallo dove farà un’immersione con balene, in Giappone col suo skateboard sulle spalle, a caccia dell’autografo dell’autore del manga adorato dal figlio, poi in cerca del padre non informato e così via, spendendo tutti i suoi soldi e quelli della madre (Muriel Robin), ma anche lei recuperando, per entrambi, la voglia di vivere.

Insomma un Thelma e Louis che però finisce bene.
“Thelma sono io” ha dichiarato il signor Julien che osando l’inosabile (lasciare il suo lavoro) è finalmente rinato.
Insomma una favola sicuramente strappalacrime, da sconsigliare a mamme ansiose, ma non escludo piacerà agli amanti del genere.