Sotto la parrucca il genio. Viaggio nella mente di Leonardo con Luca Argentero

In sala dal 2 ottobre (per Lucky Red), “Io Leonardo” di Jesus Garces Lambert, realizzato in occasione delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci (2 maggio 1519). Un viaggio – dettagliatissimo – nella mente del genio che macina esperienze su esperienze, senza sosta, ed è come un vulcano in eruzione permanente. Con Luca Argentero nei panni del protagonista che non brilla, però, per intensità espressiva. Ma comunque una meritevole operazione…

Cosa sapete, veramente, di Leonardo da Vinci? Se credete di sapere già tutto andate a vederlo per trovare conferma della vostra cultura. Se ne sapete poco andateci per approfondire e colmare lacune. Se non ne sapete niente o quasi andate a vederlo perché, come insegnava il maestro Manzi in una celebre e storica trasmissione dei primi anni della tv in bianco e nero, “non è mai troppo tardi”.

In ogni caso mettetevi comodi e preparatevi a un viaggio di 83 minuti in compagnia di un genio. Predisponetevi a conoscerne la famiglia, stringere amicizia con i suoi contemporanei, ad ammirarne le opere. Preparatevi, addirittura, a un viaggio nella mente stessa del grande Leonardo, a 500 anni dalla sua morte (2 maggio 1519 ad Amboise, Francia).

In 300 sale dal 2 ottobre, prodotto da Sky con la partnership di Bosch e distribuito in Italia da Lucky Red (la distribuzione internazionale in 50 paesi è di True Color) Io Leonardo vi guiderà in un percorso affascinante ed insolito destinato ad un pubblico internazionale vastissimo. A quello sterminato delle reti televisive di Sky. Alle scolaresche, ovviamente, nella speranza che siano numerosissime.

Ma anche, ed è la scommessa di questa meritevole operazione – che si inserisce nell’orgia di iniziative che celebreranno il genio di Vinci – al grande pubblico che ama il cinema e che, questa volta, dovrebbe essere ben più vasto di quello che segue gli “eventi straordinari” – tre giorni di programmazione in poche, selezionate sale – destinati a film-documentari che raccontano vita e opere di grandi artisti del passato. Come, ad esempio, quello su Caravaggio, ugualmente prodotto da Sky e diretto da Jesus Garces Lambert, proprio lo stesso regista che vanta un prestigioso passato di premiato documentarista che firma adesso il ben più ambizioso film.

A dare il volto a Leonardo da Vinci è Luca Argentero che interpreta il Sommo congelato nelle sembianze di un 35enne con una lunga chioma bionda. “Ho accettato la parte di getto, per incoscienza” confessa l’attore che appare quasi stupito di tanto onore ammettendo di aver dedicato alla comprensione del personaggio settimane di letture, di studio dei documenti “in una ricerca continua, a stretto contatto col regista”.

Certo esce fuori, fisicamente, un Leonardo inedito, mille miglia lontano dall’immagine del saggio vegliardo con la barba bianca consegnata alla storia da un – pare – autoritratto. Per non parlare della differenza con l’altro Leonardo già apparso nel 1984 nell’indimenticabile Non ci resta che piangere col duo Benigni-Troisi, ove il volto di Leonardo era quello pacioso e ironico di Paolo Bonacelli.

Convincente la trasformazione? La parrucca, diciamocelo, non aiuta il volto di Argentero nel risultare convincente e ci vuole un po’ ad abituarsi e ad accettarlo. E anche la recitazione, certo non facile, tesa a rendere le diverse espressioni sul volto di un uomo travagliato, intenso, arrovellato, col cervello che fuma dall’accatastarsi di idee e progetti, appare abbastanza monotona. Insomma, ispirandosi a quello che diceva Sergio Leone di Clint Eastwood che “ha solo due espressioni, col cappello e senza cappello”, Argentero sotto la parrucca pare averne una sola.

Come una, inconfondibile, è la voce del narratore che cuce l’intero racconto. Quella bella, calda, rassicurante, talvolta potrebbe perfino sembrare soporifera, di Francesco Pannofino, chiamato a una prova, dice l’interessato “diversa sia dai doppiaggi che dal tradizionale documentario”.

Brevissime, lungo l’arco del racconto, le apparizioni dei personaggi che completano l’universo leonardesco. Massimo De Lorenzo è Ludovico il Moro, duca di Milano, il grande Mecenate suo protettore che, fra l’altro, gli commissionò l’ultima cena. Angela Fontana è la bellissima Cecilia Gallerani, sedicenne amante di Ludovico, immortalata come “la dama con l’ermellino”.

Sfilano ancora nel film il padre naturale di Leonardo, ser Piero, che lo ebbe da una relazione con una fantesca, (anche lei di 16 anni!), e che non volle mai riconoscerlo; così come compare il Verrocchio, il maestro alla cui bottega Leonardo studiò e fece i primi passi.

E infine un ruolo rilevante nella storia lo hanno i due discepoli preferiti: il Salaino, che entrato a 10 anni a bottega divenne prima garzone, poi modello e allievo (e anche altro, verrebbe da ipotizzare, a guardarne le giovanili fattezze androgine riprodotte nel S. Giovannino e ricordando la pubblicamente nota omosessualità di Leonardo).

Fatto sta che lo seguì in tutte le sue peregrinazioni meno in quella finale in Francia. Secondo e ultimo allievo Giovanni Francesco Melzi, ugualmente molto caro al Maestro, da lui incaricato di riordinare e organizzare l’immensa produzione di testi, disegni, progetti accumulati nei molti anni. Opera che proseguì anche dopo la sua morte.

Il Leonardo del film, coerente con l’originale, a quanto è documentato dalla Storia, macina esperienze su esperienze senza sosta; la sua mente è un vulcano in eruzione permanente. Dipinge capolavori eterni, dalla Gioconda all’Annunciazione, dalla Vergine delle rocce all’Ultima cena fino all’Uomo vitruviano.

Ma nella sua inesauribile curiosità sperimenta anche nuove composizioni di colori che purtroppo si sciolgono o si dissolvono lentamente. Produce ininterrottamente, disegna, scrive, inventa oggetti, strumenti musicali, macchine da guerra, dalle bombarde ai carrarmati alle balestre giganti; disseziona cadaveri per carpire i segreti del corpo umano, affettando perfino, per i suoi studi di ottica, un occhio come fosse un uovo sodo.

Da segnalare che i disegni, gli oggetti, i costumi, gli ambienti – come la fantastica camera degli specchi – sono assolutamente fedeli agli originali, realizzati da artigiani che hanno fatto un vero capolavoro. E un capolavoro sono le animazioni, le proiezioni e le evolute tecniche digitali con le quali il regista ha voluto provare a rappresentare le visioni di Leonardo, le scintille creatrici della sua mente. Certo non è un film dal ritmo travolgente. Ma un viaggio nella mente e nelle opere di uno dei più grandi geni di tutti i tempi, pur con qualche riserva, non è cosa che capiti tutti i giorni.