Addio Enzo Moscato volto e anima dei vicoli non solo di Napoli. Tra grande teatro e grande cinema


Enzo Moscato, nato a Napoli il 20 aprile 1948 e noto come uno dei massimi esponenti della nuova drammaturgia napoletana del dopo Eduardo De Filippo, è morto il 14 gennaio dopo una lunga malattia.

Autore, regista e attore, aveva ambientato nei Quartieri Spagnoli che tanto amava, molti dei suoi drammi, raccontando i disagi sociali di quegli abitanti con storie piene di vita, complesse, contraddittorie mai dritte. Attraverso testi coraggiosi, arcaici e moderni al tempo stesso.

Scannasurice, per esempio, il suo primo vero lavoro del 1982 si impone come viscerale controcanto realistico e surreale tra uomini e topi, esseri sin troppo simili, della sua Napoli dei bassifonddi (bassi e fondaci, come chiosava Fabrizia Ramondino), che quando riprende una decina di anni dopo diventa Scanna-play-suric‘, in un collage gioco e recita tra vecchio testo e nuove parti, in un’alchimia teatrale dolorosa e irridente della sua Napoli, che è emblematica e universale, luogo dell’anima e esistenziale realtà, sentimento e opposizione a un disagio in cui ognuno può ritrovarsi.

O come Rasoi, con la regia di Mario Martone e, tra gli altri, Toni Servillo e Licia Maglietta, lo spettacolo che nel 1990 lanciò davvero il nome di Moscato, che un posto fuori di Napoli se lo era già conquistato con Pièce Noire (Premio Riccione-Ater 1985) con la sua folla di personaggi femminili sessualmente incerti, facendo conoscere la sua forza e qualità di autore, oltre che poi di interprete delle sue opere.
Ragazze sole con qualche esperienza, Embargos, Luparella, Ritornanti, Toledo Suite, poi, sono soltanto alcuni dei suoi lavori scritti, messi in scena e interpretati in quarant’anni di carriera.

Il suo teatro si lega al mondo poetico e popolare di Viviani e si allarga da Patroni Griffi a Pasolini, da Artaud a Genet, perché leggerlo solo come napoletano sarebbe scorretto e limitativo. Dal 1990 è stato il direttore artistico della compagnia teatrale Enzo Moscato e ha anche ricoperto incarichi di direzione artistica per il Teatro Mercadante – Stabile di Napoli negli anni 2003-2006, per il Festival Internazionale di Teatro – Benevento Città Spettacolo negli anni 2007-2009.

Enzo Moscato ha frequentato anche il cinema, primo fra tutti Morte di un matematico napoletano di Mario Martone con cui ha avuto un grande sodalizio artistico. Ma lo ricordiamo anche per Il resto di niente di Antonietta De Lillo, ispirato al romanzo di Enzo Spriano.

Tra i tanti riconoscimenti ricevuti il Premio Idi 1988, Premio Ubu per il Teatro 1988 e 1994, Premio della Critica 1991, Premio Annibale Ruccello Positano 2003, Premio Benevento Città Spettacolo 2009, Premio Napoli Cultura 2013, Premio Ubu alla Carriera 2018, Premio Concetta Barra 2020.