Addio Ian Holm, indimenticabile Bilbo del “Signore degli Anelli”, ma non solo
È morto il 19 giugno a 88 anni Ian Holm, l’attore britannico (nato in Inghilterra nel 1931 da genitori scozzesi) divenuto popolarissimo per il ruolo di Bilbo Baggins nelle saghe cinematografiche del Signore degli anelli e de Lo Hobbit (dai libri di J.R.R. Tolkien): al punto che, come raccontò lui stesso in un’intervista all’Independent, la sua posta era spesso indirizzata a Bilbo (o “Sir Bilbo”, col titolo assegnatogli nel 1998). Ma la lunga carriera tra teatro e cinema di Holm ha visto molti altri ruoli degni di nota, non di rado ispirati dalla letteratura.
Tra questi, il battagliero avvocato de Il dolce domani (1997, di Atom Egoyan, dal romanzo omonimo di Russell Banks), ma anche il Dr. Murnau del film su Franz Kafka Delitti e segreti (1991, di Steven Soderbergh) e il sinistro William Gull de La vera storia di Jack lo squartatore (2001, dei fratelli Hughes, dal graphic novel From Hell di Alan Moore e Eddie Campbell).
Ancora, è tra gli allucinati e molteplici personaggi de Il pasto nudo (1991) di David Cronenberg (dal romanzo di William S. Burroughs), nonché il protagonista de Il segreto di Joe Gould (2000, di Stanley Tucci), dal reportage di Joseph Mitchell sul vero senzatetto che sosteneva di essere l’autore del libro (orale) più lungo del mondo.
E c’è, naturalmente, tanto cinema tratto da opere teatrali nella filmografia dell’attore, già membro della Royal Shakespeare Company tra gli anni Cinquanta e Sessanta e memorabile interprete dei drammi di Pinter sul palcoscenico (Tony Award nel 1967 per la parte di Lenny ne Il ritorno a casa): interpreta Polonio nell’Amleto di Zeffirelli del 1990, è il Dottor Francis Willis ne La pazzia di Re Giorgio (1994, di Nicholas Hytner, dal testo omonimo di Alan Bennett) e, in un altro ruolo shakespeariano, il Capitano Fluellen dell‘Enrico V (1989) di Kenneth Branagh (che lo ha diretto anche nel Frankenstein di Mary Shelley, 1994).
Prima di imprimersi nell’immaginario degli appassionati di fantasy, Holm si era ritagliato un posto (anzi, più d’uno) anche nella storia della fantascienza cinematografica, grazie a ruoli come quello di Ash in Alien (1979, di Ridley Scott), di Mr. Kurtzmann nel distopico Brazil (1985, di Terry Gilliam, che lo aveva già diretto ne I banditi del tempo, 1981), di Padre Cornelius ne Il quinto elemento (1997, di Luc Besson) e di Kiri Vinkour, mentore della protagonista di eXistenZ (1999), di Cronenberg.
Nel 1981 ha corso all’Oscar come miglior attore non protagonista per la parte dell’allenatore Sam nel pluripremiato film di Hugh Hudson Momenti di gloria. Il suo ultimo ruolo per il cinema è stato anche la sua ultima apparizione come Bilbo Baggins, ne Lo Hobbit: la battaglia delle cinque armate (2014), di Peter Jackson.
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