Adieu Jeanne Moreau, sarai già nell’Olimpo dei grandi del Novecento

Se n’è andata a 89 – la mattina del 31 luglio – nella sua casa di Parigi, Jeanne Moreau, immensa attrice francese, icona della Nouvelle Vague e musa di Louis Malle, Francois Truffaut, Michelangelo Antonioni, Orson Welles. L’appassionato ricordo di Mauro Conciatori che, molti anni fa, le propose un soggetto per un film da fine millennio con “un regista sfigato che la rapisce la notte di capodanno” …

Da sempre ho amato questa attrice. Il mio mito. Unico. Inarrivabile. Di rara bellezza, di straordinaria bravura, di immensa simpatia. Anni fa, esattamente nel 1999, tanto era l’amore per questa donna di incommensurabile bellezza, che ebbi l’ardire di proporle un soggetto cinematografico da me “ordito”.
Un omaggio a lei, al mio sogno puro e impuro, alla mia “sposa in nero” (di Truffaut), alla mia “notte” (di Antonioni), alla mia “Catherine” (di Jules e Jim sempre di Truffaut) … Tra La regina Margot e Le relazioni pericolose invidiando i suoi partner.
Questo era il soggetto:”un regista sfigato che decide di passare la notte di capodanno con Jeanne Moreau dopo averla rapita tenendola segregata nella sua casa. Una notte dove si sarebbe srotolato tutto il suo cinema passato e futuro”.
Chiaramente lei era divertita da tale proposta. Lusingata, forse. Ma alla fine declinò a favore dei suoi tanti impegni. Anche gli perché, il sottoscritto si era immaginato le riprese nella vera notte del millenium bug. Almeno, se ci fosse stata la fine di tutto, sarei rimasto con lei, il mio idolo, il mio totem, il mio sogno che sarebbe divenuto realtà.
Quindi, ripeto, non se ne fece nulla. Poi negli anni seguenti qualche fugace incontro, qualche pensiero di tornare a turbare la sua vita serena di attrice disponile ad ascoltare tutto e tutti. Sempre curiosa di ciò che accadeva nel mondo, mai doma, mai stanca, sempre pronta a provare nuove salse e nuovi esperimenti. Donna di grande cultura e di grande empatia.
Il mio primo incontro risale al set di Al di là delle nuvole dove duettava splendidamente con Marcello Mastroianni (altro mio mito) facendosi benevole beffe dei loro trascorsi con Antonioni ne La notte. Due personaggi maturi che si amavano, che si odiavano, che erano complici sul set come nella vita.
Un primo incontro reale, de visu, con lei, da subito, disponibile ad ascoltare un signor nessuno come me. Era il 1994. Ma il “mio flirt” con lei iniziò con Ascensore per il patibolo, nel lontano 1972 (il film però è del 1958, con lei appena trentenne), dove io, imberbe, rimasi folgorato da lei e da quella storia di doppio amour fou, con Florence Carala che vive di amore, si nutre di amore, si dibatte di amore. Grande film, questo di Louis Malle, grande storia, superba interprete che nobilita la pellicola con le sue movenze sensuali, i suoi sguardi intensi, le sue labbra che erano, e sono, tutto il mondo carnale.
Ora. Si. Ora. Con lei sparisce l’ultimo baluardo della bellezza pura e incontaminata, di quella bellezza dannata e maldetta, di quella bellezza unica. E il mondo non sarà più lo stesso… E noi con lei Fino alla fine del mondo. Ora. Si. Ora. Grazie Jeanne Moreau. Grazie donna dallo sguardo unico. Grazie di esserci stata per gran parte della mia vita. Grazie di avermi e averci regalato pagine incredibili di cinema. Grazie e basta.
PS 1:  alcuni siti non riportano la sua partecipazione al film di Antonioni, Al di là delle nuvole (nella foto).
PS 2: avremmo potuto fare un lungo elenco dei suoi oltre 100 film, ma per quello basta andare su IMDb. Grazie. Non ringraziamo, invece, chi in vita non l’ha premiata abbastanza, solo quattro riconoscimenti, di cui uno a Cannes e un Cèsar. Da non crederci per una delle più grandi attrici mai esistete. Ma anche di ciò lei si scherniva. Non era interessata ai premi ma alla qualità dei film.