Al via le riprese della fiction Rai su Giovannino Guareschi. Il papà di Peppone e Don Camillo

Magari per i  più giovani sono degli illustri sconosciuti. Ma don Camillo e Peppone, coi volti di Fernandel e Gino Cervi, l’uno nei panni del parroco attaccabrighe e l’altro in quelli del sindaco comunista nell’Italia appena uscita dalla seconda guerra mondiale e immortalati nella saga cinematografica (4 titoli in tutto) firmata da Julien Duvivier e poi Carmine Gallone sono stati popolarissimi.

I due personaggi sono nati dalla penna di Giovannino Guareschi (1908 -1968), giornalista, umorista, scrittore e intellettuale di destra, benché considerato eretico dal suo stesso scheramento, a cui è dedicato il film tv Rai per la regia di Andrea Porporati, le cui riprese sono appena iniziate.

S’intitola Giovannino Guareschi – Non muoio neanche se mi ammazzano, la prima fiction sulla vita del celebre scrittore emiliano, prodotta da Anele in collaborazione con Rai Fiction, con il sostegno di Emilia-Romagna Film Commission.

Nei panni del protagonista Giuseppe Zeno, affiancato da Benedetta Cimatti nel ruolo dell’amata moglie Ennia, Andrea Roncato nei panni del padre Primo Augusto Guareschi, Maurizio Donadoninel ruolo di Angelo Rizzoli e Salvatore Striano ad interpretare il produttore cinematografico Peppino Amato. La storia segue gli alti e bassi della vita di uno scrittore tra i più noti della narrativa italiana e tra i più venduti nel mondo con oltre 20 milioni di copie in 142 lingue.

Uomo volitivo, poco incline al compromesso, Giovannino Guareschi criticò il nazifascismo, rifiutandosi di combattere nella Repubblica Sociale e venendo per questo deportato in un campo di prigionia tedesco. Fu avversario anche del comunismo sovietico, come del capitalismo americano.

Nella sua vita due costanti: l’amore per la moglie Ennia, sempre al suo fianco, e quello per la sua terra natìa, la Bassa Padana, che Guareschi trasformerà nel fortunato Mondo Piccolo, il suo capolavoro. Un microcosmo rassicurante nel quale si rispecchiavano gli italiani, divisi tra simpatiche beghe tra vicini di casa e contrapposizioni politiche e il cui straordinario successo editoriale condusse Guareschi all’avventurosa trasposizione cinematografica, che si rivelò essere un altro indiscutibile trionfo.
Sono proprio i territori della Bassa a fare da sfondo alle riprese del film che sarà interamente girato in Emilia Romagna toccando numerosi Comuni – Bagnolo in Piano, Brescello, Castelfranco Emilia, Colorno, Coltaro, Guastalla, Luzzara, Mezzano Rondani, Novellara, Polesine Zibello, Reggio Emilia, Sissa Trecasali e Sorbolo Mezzani – per restituire, attraverso i luoghi reali che hanno ispirato l’autore, parte del suo spirito e del carattere comunitario dei piccoli paesini lungo il fiume Po, rappresentativi dell’Italia intera.
Scritto da Andrea Porporati con la collaborazione di Marco Ferrazzoli, da un soggetto di Andrea Porporati, Simone Ortolani, Roberto Vecchi, Emiliano Procucci, Gloria Giorgianni, il film si avvale della consulenza in esclusiva di Alberto Guareschi – figlio di Giovannino – ed è liberamente ispirato al libro Chi sogna nuovi gerani?, autobiografia a cura dei figli Alberto e Carlotta, edita da Rizzoli.
Per approfondimenti su Guareschi consigliamo il magnifico documentario La rabbia (1963) scritto e diretto dallo stesso in coppia con Pier Paolo Pasolini, proprio per mettere in dialogo-confronto le loro due opposte posizioni ideologighe sui temi cruciali dell’epoca, a cominciare dai movimenti di liberazione coloniali.