ANAC, 100Autori & Co. Tutti uniti per salvare il cinema che è cultura e non merce


nelle foto “Un anno difficile” di Olivier Nakache e Eric Toledano

La crisi, complice l’azione del governo, picchia duro e il mondo del cinema si mobilita in modo unitario. È successo nei giorni scorsi alla Casa del cinema di Roma dove, caso eccezionale, si sono riunite insieme le molte associazioni degli autori cinematografici (100 autori, Anac, Wgi, Aidac e Air 3) per denunciare la grave situazione di stallo dell’intero comparto e pianificare futere azioni di lotta.

“Il cinema è prima di tutto cultura. È questo l’assioma che ha ispirato il principio dell’Eccezione culturale e che deve tornare al centro di ogni riflessione, intervento, legge o decisione – politica o giuridica che sia” si legge nel cominucato congiunto delle associazioni di autori, autrici, registe e registi. Da qui “la necessità di riaffermare la centralità culturale del cinema che non può essere ridotta ad un conto commerciale su quanto costa un film e quanto incassa in sala”.

Sul tavolo sono tanti gli argomenti. Un nuovo contratto nazionale, soprattutto, che preveda finalmente malattia, maternità, disoccupazione, recentemente sottoposto al confronto di tutte le associazioni dei produttori. La distribuzione in sala dei film, sempre più difficile. L’assenza di una concreta “interlocuzione” con chi si occupa di audiovisivo al Ministero della Cultura e dei troppi ritardi, come nel caso dei “decreti correttivi” che sono ancora attesi e che gli autori si augurano “abbiano recepito” le richieste di modifica alle norme che fin qui hano letteralmente paralizzato l’intero comparto. Vedi questione tax credit.

Questo è un primo passo. Molti ne serviranno.