Bentornate sorelle March. (Ri) leggendo il libro, ora che il (nuovo) film arriva in sala

Arriva in sala il 9 gennaio il nuovo adattamento di “Piccole donne” firmato da Greta Gerwing. È la quinta trasposizione cinematografica del classico della letteratura americana dell’anticonformista e combattiva autrice, Louise May Alcott, di cui ricorrono i 150 anni dalla pubblicazione. Il quotidiano delle quattro sorelle March e della femminista ante litteram, mamma Margaret che hanno fatto da traccia all’adolescenza di molte generazioni. Un’occasione per rileggerlo …

Tornano sul grande schermo Meg, Jo, Beth e Amy, le quattro sorelle March protagoniste del romanzo culto, Piccole donne di Louise May Alcott.

In occasione del centocinquantesimo anniversario della prima edizione del capolavoro, considerato fra le cento opere fondamentali, della letteratura americana, Greta Gerwing – candidata all’Oscar per la miglior regia con Lady Bird (2017) – ne firma la quinta trasposizione cinematografica, con l’uscita prevista in Italia il 30 gennaio e che avrà fra gli interpreti Emma Watson e Meryl Streep, rispettivamente nei ruoli della saggia e generosa Meg e della bisbetica e asociale prozia.

La secondogenita Jo, ribelle e aspirante scrittrice, viene ora impersonata dall’irlandese Saoirse Ronan nel ruolo che fu di Katherine Hepburn nel 1933, di Jane Allison nel 1949 e di Winona Ryder nel 1994; l’emergente Florence Pugh è la fantasiosa Amy, mentre Eliza Scanle, già adolescente e malata nel recente Babyteeth, presta il volto alla cagionevole di salute Beth.

Little women, or Meg, Jo, Beth and Amy apparve negli Stati Uniti per la prima volta in due volumi, nel 1868 e il 1869, poi riuniti in uno solo, nel 1880, e riscosse un successo immediato, che dura tuttora.

Tre anni dopo la vittoria dei nordisti antischiavisti nella guerra di Secessione, Louise May Alcott dirigeva un giornale per bambini quando le venne l’idea una storia per le giovani lettrici e diede così vita alle quattro sorelle destinate a diventare le ragazze modello di più generazioni di adolescenti.

Seppure definito “specchio fedele dell’ingenuo sentimentalismo che anima l’America puritana a metà Ottocento” questo classico della letteratura per l’infanzia è un romanzo pedagogico universalmente riconosciuto: affronta sia la maniera in cui gli insegnamenti dei genitori si riflettono sui figli, sia la crescita e la trasformazione interiore da adolescenti ad adulti, con tutti i loro dubbi. Senza ingenui sentimentalismi, la narrazione conserva la leggerezza della vita quotidiana fra gattini, biscotti al limone, carnets de bal, battibecchi fra sorelle.

Femminista ante litteram, la mamma Margaret, sempre vigile e presente, con il marito cappellano al fronte della Guerra di Secessione americana, rimasta quindi sola in condizioni economiche tutt’altro che floride a guidare la famiglia, incurante dei rigidi canoni dell’epoca incoraggia le figlie a preservare la loro libertà e indipendenza sociale ed economica.

In Piccole donne vengono racchiuse tutte le tipologie dell’universo femminile, c’è posto per tutti, non si ritiene sbagliato nessun desiderio o aspirazione di vita, purché trionfino il rispetto, l’onestà morale e il vero amore.

E così ciascuna delle quattro sorelle – diversissime fra loro, in cui tutte le adolescenti possono immedesimarsi – cerca di coltivare le proprie passioni quali la musica, l’arte o la scrittura. In Meg e Jo, così come in Beth e Amy, Louise May Alcott intravede le medesime possibilità di riuscita. E su se stessa ha modellato l’alter ego dell’intraprendente e testarda aspirante scrittrice Jo March, impulsiva, ribelle e generosa.

Le ragazze, con i loro pregi e i loro difetti, anche se povere e confrontate ai problemi tipici dell’adolescenza, imparano a crescere e a diventare ragazze responsabili. Le Piccole donne vivono quasi come in un gioco, una scommessa fatta con la madre di riuscire a migliorare caratterialmente e a combattere i loro “nemici interiori”.

Ciò rivela le idee educative innovatrici e atipiche per l’epoca di Amos Bronson Alcott, padre della scrittrice, e al modo di pensare del cappellano Robert viene lasciato ampio spazio nel secondo volume, Piccole donne crescono, la cui figura lo rispecchia appieno; anche il padre “filosofo” dottor March è fautore di un’educazione sperimentale ma esigente che comprende oltre all’attività fisica, l’approccio pratico e l’esperienza diretta.

Questa “stravaganza” della famiglia pervade tutta la narrazione dell’anticonformista e combattiva autrice, nata nel 1832, militante indefessa antischiavista e che sempre si oppose alla volontà diffusa di relegare le donne a un ruolo secondario.