Cannes 2016, l’Italia fuori dal concorso

Neanche Marco Bellocchio tra i film in corsa per la Palma d’oro. Ma tanti grandi nomi internazionali: Ken Loach, Sean Penn, Pedro Almodovar, Jim Jarmush, i Dardenne. E Stefano Mordini arriva a Un certain régard con “Pericle in nero”, tratto dal romanzo di Giuseppe Ferrandino…

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Il manifesto dell’edizione 69: la scalinata di villa Malaparte a Capri, ne “Il disprezzo” di Jean-Luc Godard, dall’omonimo libro di Alberto Moravia

 

Italia a bocca asciutta. Dopo la tripletta dello scorso anno, Garrone-Moretti-Sorrentino, quest’anno nessun film italiano sarà in corsa per la Palma d’oro. L’annuncio, o la doccia fredda, si fa per dire, è arrivato intorno alle 11e30 di questa mattina, 14 aprile, per voce di Thierry Fremeaux, “gran cerimoniere” del Festival di Cannes che in conferenza stampa a Parigi – visibile in streaming nel resto dell’Impero – ha annunciato alla stampa i titoli in gara di questa edizione 69, in programma dall’11 al 22 maggio.

Scemate nei giorni scorsi le “speranze” per Le confessioni di Roberto Andò che risultava tra i favoriti, restavano ancora accese quelle per Fai bei sogni, il nuovo film di Marco Bellocchio, dall’omonimo romanzo di Massimo Gramellini che, al dunque, però, non è passato.

Delusioni italiane a parte, però, come sempre Cannes riesce a raccogliere intorno a sè il gotha del cinema internazionale. E quest’anno più che mai. A contendersi la Palma d’oro, infatti, saranno i fratelli Dardenne, habitués della Croisette; Pedro Almodovar, mai riuscito fin qui a tornare a casa con la Palma; Jim Jarmush che oltre al film del concorso (Paterson) presenta anche l’atteso doc su Iggy Pop; Ken Loach che nonostante un annunciato addio alle scene torna in gara con una storia operaia (I, Daniel Blake); il talentuso e giovanissimo Xavier Dolan che stregò Cannes ’67 col suo Mommy; Sean Penn che torna ai temi dell’impegno civile con The Last Face. E ancora Olivier Assayas (in compagnia di altri tre francesi: Bruno Dumont, Nicole Garcia, Alain Guiraudie), gli “autori da festival” Brillante Mendoza, filippinono e Park Chan-Wook, sud coreano, oltre agli ormai celebri  rumeni Cristian Mungiu e Cristi Puiu e l’acclamato danese Nicolas Winding Refn. Mentre fuori concorso ci saranno Steven Spielberg con l’atteso Il gigante gentile, dall’omonimo racconto di Roald Dahl e Jodie Foster con George Clooney e Julia Roberts in una commedia sui “dolori” della finanza (Money Monster).

Unico titolo italiano della selezione ufficiale nella sezione “Un certain régard” è Pericle il nero di Stefano Mordini, aimagesnche questo ispirato ad un romanzo, quello di Giuseppe Ferrandino, adocchiato a suo tempo anche da Abel Ferrara. Il libro, infatti, ha avuto una genesi complicata: uscito nel 1993 per la casa editrice Granata Press e con lo pseudonimo Nicola Calata, il romanzo è praticamente ignorato dalla critica e dal pubblico. Nel 1995 l’editore francese Gallimard acquista i diritti e lo pubblica nella collana Série noir. Risultato: in Francia diventa il caso editoriale dell’anno. A quel punto se ne accorgono anche da noi e Adelphi lo pubblica nuovamente nel 1998 consacrandolo al successo.

Prodotto dalla Buena Onda di Valeria Golino e Raicinema, con Riccardo Scamarcio nei panni del protagonista, il film è un duro noir sulla camorra. Pericle Scalzone, detto Il nero, infatti, di lavoro “fa il culo alla gente” per conto di Don Luigi, boss camorrista emigrato in Belgio. Durante una spedizione punitiva per conto del boss,  Pericle commette un grave errore. Scatta la sua condanna a morte. In una rocambolesca fuga che lo porterà fino in Francia, Pericle incontra Anastasia, che lo accoglie senza giudicarlo e gli mostra la possibilità di una nuova esistenza. Ma Pericle non può sfuggire a un passato ingombrante e pieno di interrogativi.

Tra le Proiezioni speciali, poi, il documentario L’ultima spiaggia del greco Thanos Anastopoulos e dell’italiano Davide Del Dega, tutto girato nel corso di un anno su una popolare spiaggia di Trieste, dove un muro di tre metri separa ancora oggi gli uomini dalle donne. Una riflessione sui confini, le identità e le generazioni. insomma, una tragicommedia sulla natura umana.

Per avere la conferma dell’arrivo sulla Croisette di Paolo Virzì con La pazza gioia, bisognerà aspettare il 19 aprile con l’annuncio del cartellone della Quinzaine des réalisateurs, in cui potrebbe esserci anche Fiore, il nuovo film di Claudio Giovannesi. Mentre alla Semaine de la critique si attende l’opera seconda di Alessandro Comodin, I tempi felici verranno presto.