Se il Capitano Kirk atterra alla Festa de L’Unità
William Shatner, storico Capitano della saga di Star Trek, si appresta ad invadere la Festa di Bologna (dal 16 al 19 settembre). E il “popolo della sinistra”, dopo 50 anni, apre anche agli agguerritissimi trekers…
Ci siamo, l’anno zero è imminente!
Come è imminente la partecipazione di William Shatner, storico Capitano Kirk, alla Festa dell’Unità di Bologna (il 16 e 17 settembre) con la proiezione di Star Trek Beyond che assieme “all’invasione”, rilanciano la mai del tutto tramontata retorica su ciò che sia artisticamente degno e ciò che di contro vada condannato come inammissibile, nell’alveo dell’immaginario di genere della sinistra italiana.
Incredibile a dirsi ma tale concezione ancora guida la dialettica radical-fighetta, sia pure con la riabilitazione del nerd, assurto a status di opinion leader. A ragione di ciò si pensi agli echi di sdegno di alcuni mesi fa da parte dei “militanti” allorché con l’uscita de Il Risveglio della Forza si è compiuto lo sdoganamento di Guerre Stellari.
Non più filmetto per quegli sfigatissimi che tra i Settanta e gli Ottanta venivano sommersi dalle risate di scherno perché preferivano le galassie dell’immaginazione piuttosto che gli ingorghi dei collettivi, sognando Luke Skywalker e Han Solo e il Millenium Falcon piuttosto che Fidel, il Che e la Poderosa…
Ebbene, in barba al rigore che si riconosce a “luoghi sacri” come solo la Festa dell’Unità di Bologna può essere, Star Trek, con la sua mitologia fatta di fratellanza e “strani, nuovi mondi”, sbarca proprio lì, dove tra una piadina e un concerto e un dibattito si consumavano un tempo le liturgie del “popolo rosso” (c’è ancora?) e si pianificavano strategie di lotta e di governo.
Già, siamo quasi al conflitto dialettico, il pugno chiuso e il saluto a “V” a quattro dita, la camicia rossa e l’uniforme da equipaggio, l’ortodossia contaminata dalla space opera, vale a dire quanto di peggio concepibile in fatto di narrazione per ogni vero “compagno”, per quanto, “post”.
A dire il vero, la fantascienza rientra tra i panorami ammissibili. Ma il lasciapassare è circoscritto a Dick, Gibson, Burroghs. Vale a dire la fantascienza “alta”, e parimenti, quella sociologica. Nessuna concessione a navi stellari, raggi laser, robot e umanoidi. Men che meno a principesse da salvare, che sono implicitamente subordinate all’eroe.
E qui ci si addentra nel territorio delle discriminazioni di genere. Ma solo una manciata di giorni e anche questo tabù sarà superato. James Tiberius Kirk, l’eroe Americano per definizione – ma William Shatner è canadese – , intrepido, ottimista, seduttore e il suo equipaggio multirazziale, approderà a Bologna.
E dopo, nulla sarà più come prima. Tra le ragioni di questa “apertura epocale”, spiegano da quelle parti, c’è “la capacità della serie di affrontare temi sociali importanti come il rispetto delle diversità e delle culture, della bioetica e della parità dei sessi”.
Se si tiene presente che la serie festeggia proprio quest’anno i cinquant’anni, non si può certo parlare di tempestività… Ma sarà comunque interessante vedere come potranno interagire le due “galassie” fin qui schierate su fronti opposti, i duri e puri e gli agguerritissimi trekers a caccia di fotografie e autografi. Insomma, un momento di antropologia culturale di raro interesse.
Dopo la celebrata partecipazione all’Italcon dello scorso maggio, curata da Elara libri, dedicata proprio al cinquantenario, William Shatner, alias il capitano James T. Kirk, il personaggio più iconico di tutte le serie che compongono l’universo ideato da Gene Roddenberry, vale la pena sottolineare che il suo “atterraggio” a Bologna averrà grazie alla collaborazione dello Star Trek Italian Club e L’Ultimo Avamposto che curano una mostra di memorabilia. In programma anche la proiezione di Beyond, terzo capitolo della saga reebot avviata da J. J. Abrams che riprende i personaggi della serie classica. Prendere o lasciare.
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