Cosa c’è da “leggere” alla Festa di Roma
Dal 13 al 23 ottobre l’edizione numero 11 della kermesse capitolina. Michele Placido ci porta in fabbrica con “7 minuti” dall’omonima pièce di Stefano Massini, mentre Francesco Patierno nella Napoli di Norman Lewis. E ancora l’Olocausto “negato” della scrittrice Deborah Lipstadt, l'”Inferno” di Dan Brown. Una Festa blob che attraversa la città…
Proiezioni nel carcere di Rebibbia. Iniziative a sostegno dei terremotati. Eventi dedicati ai migranti. Spazio ai temi della differenza, della discriminazione, della tolleranza, del lavoro e della politica (con una sezione ad hoc su quella americana). Neanche si trattasse della Festa de l’Unità.
Questa edizione numero 11 della Festa di Roma va così. Con “eleganza, ritmo, impegno”, come suggerisce Piera Detassis, presidente della Fondazione cinema per Roma. E come conferma il direttore Antonio Monda, pendolare da New York, che, al secondo anno di direzione artistica snocciola numeri e soddisfazione per aver riportato all’identità originaria la kermesse capitolina, così come la “sognò” Veltroni 11 anni fa, Festa itinerante per la città, come una sorta di blob in grado di toccare “da via dei Condotti alle periferie”.
Quindi e soprattutto (sono la passione di Monda) “Incontri ravvicinati” con Tom Hanks (una retrospettiva e premio alla carriera), con gli artisti Gilbert &George, con l’archistar Daniel Libeskind, col grande scrittore statunitense Don Delillo, Roberto Benigni, Renzo Arbore, Bernardo Bertolucci, Meryl Streep, Oliver Stone che porterà l’atteso Snodwen (dai libri The Snowden Files di Luke Harding e Time of the Octopus di Anatoly Kucherena) , sull’uomo più ricercato al mondo per aver svelato l’incredibile macchina del “grande fratello” americano.
Quanto al cinema italiano, quattro i titoli nella selezione ufficiale, in cui non c’è gara, ma solo un premio del pubblico. Tra i più attesi sicuramente il nuovo film di Daniele Vicari, Sole cuore amore, storia di solidarietà al femminile ai tempi della crisi. Il tema del lavoro è anche al centro di 7 minuti, nuovo film di Michele Placido che ci porta in fabbrica, a seguire la difficile decisione che dovranno prendere un gruppo di operaie. Una storia vera racccontata dall’omonima pièce di Stefano Massini, drammaturgo di grido la cui trilogia sulla Lehman Brothers, già portata in scena da Ronconi, diventerà presto un film per la regia di Sam Mendes.
Ancora un libro, poi, col nuovo film di Francesco Patierno, Naples ’44, ispirato al’omonimo romanzo di Norman Lewis, giovane ufficiale inglese che entrò con gli Alleati nella Napoli distrutta dalla guerra. Una commedia dell’esordiente Karen Di Porto, Maria per Roma, è il quarto titolo.
Spigolando, come nostra consuetudine tra le fonti letterarie, segnaliamo sempre nella selezione ufficiale, La verità negata di Mick Jackson, basato sul libro Denial: Holocaust on Trial di Deborah Lipstadt, dedicato ad una particolare pagina dell’Olocausto. O meglio alla sua negazione da parte dello storico David Irving.
La fille de Brest di Emmanuelle Bercot in cui la regista francese, ispirandosi a Mediator 150 mg di Irène Frachon, racconta l’indagine – vera – intorno ad un farmaco killer.
Atteso, poi, il nuovo documentario di Werner Herzog che si spinge nelle viscere dei vulcani, Into the Inferno, ispirato al libro di Clive Oppenheimer, Eruptions that Shook. Dalle pagine del romanzo La lunga strada verso casa di Saroo Brierley e Larry Buttrose prende le mosse Lion di Garth Davis, dedicato all’odissea di un bambino indiano che sarà adottato da una coppia australiana. Ancora, al romanzo di Sebastian Barry, Il segreto, è ispirato The Secret Scripture del celebre autore irlandese Jim Sheridan sulla vita “nascosta” di un’anziana signora rinchiusa da oltre 50 anni in manicomio. Genius di Michael Grandage, poi, ci racconta di Max Perkins scopritore di talenti letterari come Hamingway e Fitzgerald, così come raccontto nel libro Max Perkins, l’editor dei geni di Andrew Scott Berg. Da una pièce, invece, è tratto Una, esordio al cinema del drammaturgo australiano Benedict Andrews.
Attraverso le voci di Silone, Pasolini, Scotellaro, Soldati e Gramsci è poi il viaggio condotto da Gianfranco Pannone nell’Italia della devozione popolare: Lascia stare i santi, firmato insieme al musicista Ambrogio Sparagna.
Di Camilla Cederna, Dino Buzzati o Vitaliano Brancati, ancora, sono gli articoli che fanno da scheletro a Le scandalose, doc di Gianfranco Giagni, dedicato alle celebri donne criminali dell’Italia del dopoguerra, dove si racconta di crimini, ma soprattutto si racconta d’altro.
Più letteraria che mai, e davvero bulimica con 5 serate, sarà la preapertura della Festa. Il 3 ottobre, come già annunciato, è la volta di American Pastoral (leggi la recensione del libro di Stefania Chinzari), debutto alla regia dall’attore scozzese Ewan McGregor con l’omonimo romanzo capolavoro di Philip Roth. Il 9 ottobre segue La guerra dei cafoni di Davide Barletti e Lorenzo Conte che si sono fatti ispirare dall’amonimo romanzo di Carlo D’Amicis (già presente nella nostra piattaforma www.bookciak.it), che racconta una giovanile lotta di classe in un paese salentino.
Mentre l’11 ottobre tutti all’Inferno con Ron Howard che torna a dirigere l’ultimo bestseller di Dan Brown, in cui stavolta spunta anche Dante Alighieri.
Non mancherà poi la musica. Anzi. Da Jovanotti a Paolo Conte, da Elio e le Storie Tese al canadese Michael Bublé. Senza dimenticare l’affiche con Gene Kelly che canta e danza sotto la pioggia.
Omaggi in ordine sparso, ancora, ad illustri scomparsi come Fritz Lang, Valerio Zurlini, Dino Risi, Alberto Sordi, Luigi Comencini, Gillo Pontecorvo, Gregory Peck e Gianluigi Rondi.
Spazio poi ad una retrospettiva – parziale – del cinema di Citto Maselli alla Casa del cinema con sentita dedica della Festa: per “la sua carriera esemplare per coerenza e onestà intellettuale”.
Tanta carne al fuoco, insomma, speriamo non si bruci.
Gabriella Gallozzi
Giornalista e critica cinematografica. Fondatrice e direttrice di Bookciak Magazine e del premio Bookciak, Azione!. E prima, per 26 anni, a l'Unità.
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