Ciak per “Il venditore di donne”. Noir milanese da Faletti
1978: a Roma le Brigate Rosse hanno rapito Aldo Moro, in Sicilia boss mafiosi come Gaetano Badalamenti soffocano ogni tentativo di resistenza civile, all’ombra della Madonnina le bande di Vallanzasca e Turatello fanno salire la tensione in una città già segnata dagli scontri sociali. Ma anche in questo clima la dolcevita del capoluogo lombardo, che si prepara a diventare la “Milano da bere” degli anni Ottanta, non conosce soste.
È proprio tra ristoranti di lusso, discoteche, bische clandestine che fa i suoi affari un uomo enigmatico, reso cinico da una menomazione inflittagli per uno “sgarbo”. Si fa chiamare Bravo. Il suo settore sono le donne. Lui le vende. La sua vita è una notte bianca che trascorre in compagnia di disperati, come l’amico Daytona.
Era il 2010 quando Giorgio Faletti raccontando la storia di Bravo, in Appunti di un venditore di donne, si aggiudicò il primato di uno dei libri più venduti (per Baldini e Castoldi, ripubblicato da La nave di Teseo). Ora a far rivivere al cinema le avventure del fortunato noir milanese è Fabio Resinaro, stavolta senza il fedele complice, Fabio Guaglione col quale si rivelò col fortunato esordio, Mine.
Il venditore di donne, questo il titolo dell’adattamento le cui riprese sono appena iniziate, avrà Mario Squeglia nei panni del protagonista e Paolo Rossi in quelli di Daytona. Produce Luca Barbareschi con Eliseo Cinema e RaiCinema. Tra gli interpreti anche Michele Pacido.
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