Ciao Aggeo, ti ricordo poeta e ti saluto col pugno chiuso

Citto Maselli ricorda Aggeo Savioli grande intellettuale, giornalista e storico critico de “l’Unità”, recentemente scomparso. La lotta contro il fascismo, il suo arresto da parte della banda Koch, la creazione dell’Unione Studenti Italiani e il lavoro che svolse al liceo Tasso di Roma con Pintor e Reichlin. Ma soprattutto lo ricorda poeta, quando Elio Vittorini, nel ’47, pubblicò le sue poesie su “Il Politecnico”.

sba02

Di Aggeo che è stato il mio più grande amico e per alcuni versi anche maestro voglio ricordare qui due cose che rischiano di venir dimenticate.

La prima è che durante l’occupazione tedesca di Roma Aggeo fu un dirigente del Partito comunista clandestino responsabile del lavoro con gli studenti medi in tutte le scuole della città.

 

A lui si deve in gran parte la creazione dell’Unione Studenti Italiani (USI) che comprendeva anche studenti non comunisti e soprattutto il lavoro che svolse al liceo Tasso con Pintor e Reichlin che erano un po’ più grandi di noi. Era il mio capo allora e quando la banda Koch lo arrestò ricordo che dovetti fuggire da casa per non rischiare di essere arrestato anch’io che ero il suo collaboratore più vicino.

Aggeo

Ma l’altra cosa che voglio ricordare di Aggeo (che fu anche il mio più prezioso collaboratore nell’ideazione e nella sceneggiatura del mio primo film: Gli sbandati) è il suo essere stato poeta.

Ricordo con viva commozione il paginone che a lui dedicò Elio Vittorini ne Il Politecnico dell’estate del 1947: il titolo dell’intera pagina era CINQUE POESIE DI AGGEO SAVIOLI e non so dire dell’emozione che mi travolse quel giorno mentre ero a far gli esami per essere ammesso nel corso di regia al Centro Sperimentale di Cinematografia diretto allora da Umberto Barbaro.

Sventolavo quel giornale come se le poesie fossero mie, e grande commozione mi ha preso anche quando le ho rilette nel volume pubblicato in tempi recenti e che andrebbe ora ripresentato con l’importanza che merita.

A Mirella i ricordi di tutti inostri tanti viaggi insieme nei primi anni cinquanta: soprattutto, forse, l’avventurosa scoperta che compimmo delle tre isole Egadi al largo di Trapani. Quante cose! Ciao Aggeo, ti saluto con il pugno chiuso e l’orgoglio di esserti stato amico.