Cinema e letteratura, una magnifica ossessione in mostra

È l’installazione dell’artista svizzero Matthias Brunner, ospite della Festa di Roma. Un affascinante e ipnotico viaggio attraverso i più celebri adattamenti portati sul grande schermo tra i ’50 e i ’60. E il 17 ottobre un incontro con l’artista…

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I novelli ed occhialuti Bouvard e Pécuchet che Godard prende in prestito dalle pagine di Flaubert per trapiantarli nella Parigi del ’67, alla vigilia delle barricate, nella sua provocatoria “inchiesta” Due o tre cose che so di lei.

La bella sempre e regale Audrey-Holly “regalata” da Truman Capote a Black Edwards per una Colazione da Tiffany che passerà alla storia del cinema.

Il corpo sinuoso di Lolita dalla penna di Nabokov allo schermo di Kubrick. E ancora i libri in fiamme di Farhenheit 451 che Truffaut renderà ancora più celebri del celebre capolavoro di Ray Bradbury.

È davvero una “magifica ossessione” quella che ha guidato Matthias Brunner, regista ed artista svizzero, in questa sua creazione dedicata all’infinito rapporto tra cinema e letteratura che la Festa di Roma accoglie – per la prima volta in Italia – negli spazi “sotterranei” dello Studio 2 dell’Auditorium.

Una stanza, quattro schermi con le immagini in movimento e una libreria carica di volumi. E non una libreria qualsiasi, ma quella di Douglas Sirk che lo stesso Brunner ha comprato in blocco, svelando la sua di magnifica ossessione per il grande “padre” del melò hollywodiano degli anni d’oro, a cui l’esposizione rende omaggio a partire dal suo titolo più famoso, ispirato al romanzo di Lloyd C. Douglas.

Cinema e letteratura, dunque attraverso una lente ulteriore, quella dell’arte, per una video installazione che porta lo spettatore attraverso una caleidoscopica sovrapposizione di senso e contenuti. Sulle quattro pareti i frammenti dei film scorrono in contemporanea, mentre il sonoro si alterna tra un “quadro” e l’altro, spiazzando lo sguardo e l’ascolto, in un magnetico loop ricchissimo di immagini, molte, moltissime delle quali sono ormai icone del nostro immaginario.

I frammenti scelti da Brunner, infatti, sono una selezione di 36 film tra i più celebri adattamenti, portati sul grande schermo tra gli anni Cinquanta e Sessanta. “Un periodo straordinario per il cinema – spiega l’artista svizzero – che contiene in sè tutto quello che di grande è stato fatto. In particolare, poi, penso alla Nouvelle Vague che dalla letteratura è stata completamente ossessionata”. Un nome per tutti? Truffaut, con I 400 colpi e Balzac, La mia droga si chiama Julie da William Irish, Le due inglesi da Henri-Pierre Roché.

Non solo adattamenti dalla letteratura, però nell’istallazione di Matthias Brunner, ma anche scene che hanno a che fare con lo scrivere (Fuoco Fatuo di Malle), con l’andare in libreria (Lettera da una sconosciuta di Ophuls), oppure con autori che hanno incentrato la loro ricerca su particolari dal sapore letterario, Hitchcock, Kazan, Melville.

Tra i titoli italiani c’è solo il capolavoro di Visconti dalle pagine di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il gattopardo. Mentre Alberto Moravia compare nell’adattamento de Il disprezzo, firmato da Jean-Luc Godard nel ’63, celebrato proprio quest’anno dall’affiche del Festival di Cannes.

Ma non c’è giudizio sui 36 film scelti, spiega Brunner, piuttosto questa “installazione è un mio tributo ai grandi registi di quel periodo. Oggi è vero, c’è un grande ritorno del cinema alla letteratura, ma non è niente di nuovo, come abbiamo visto. Se devo fare un nome, però, tra i registi contemporanei che si ispirano alle pagine scritte, penso sicuramente a Tom Ford e ai suoi due film – A Single Man e Animali notturni – che ho amato entrambi”.

Lunedì 17 ottobre (alle ore 16, presso lo Studio 3 all’Auditorium) Matthias Brunner sarà protagonista di una “chiacchierata” sul tema col critico cinematografico Vieri Razzini e Andrea Viliani, direttore del museo Madre.

Matthias Brunner. Magnificent Obsession fa parte della Kunsthaus di Zurigo ed è stata portata in Italia in collaborazione con In Between Art Film di Beatrice Bulgari.