Dopo la ‘Ndrangheta: criminali globali

Un romanzo di formazione intinto nel sangue e avvolto nei soldi. Sulla scia di Gomorra il romanzo di  Gioacchino Criaco, Anime nere (Rubettino Editore, 2009) racconta la parabola nera di tre ragazzi dell’Aspromonte che scelgono la strada dell’illegalità. Il libro d’esordio dello scrittore nato ad Africo, un paesino dell’entroterra aspromontano è stato scelto dal regista Francesco Munzi (Saimir, Il resto della notte) per il film in concorso alla Mostra di Venezia. Attraverso le scelte violente e illegali compiute dai tre giovani, che cercano a tutti i costi di costruire una vita diversa da quella “misera” che hanno avuto in dote, scorre la storia di trent’anni di criminalità calabrese in connessione con la grande finanza e la politica milanese  e le  sue  diramazioni nelle grandi metropoli del mondo. I personaggi, Luigi, Luciano e Leo, il narratore della loro storia, sono cattivi. Questo hanno scelto e questo perseguono. A ogni costo.  Dalle foreste della Calabria ai grattacieli di New York passando dalla moderna Milano, quella dei traffici e della corruzione, incontreranno sulla loro strada trafficanti di droga, terroristi arabi, imprenditori e politici. Il romanzo di Ciriaco – primo di una trilogia composta da Zefira e American Taste, anche questi editi da Rubettino – mette a nudo una realtà poco conosciuta: quella dei cosiddetti cani sciolti, criminali non legati alle organizzazioni mafiose, tutt’al più limitrofi, ma non per questo meno pericolosi. Lo scrittore, che ha studiato a fondo il fenomeno e ha conosciuto in prima persona le situazioni che racconta,  ci mostra come molta della criminalità attuale abbia abbandonato i vecchi codici della ‘ndrangheta e i riti che l’hanno fin qui caratterizzata,  e sia diventata una mafia imprenditrice, che opera nelle città settentrionali del nostro Paese piuttosto che nel Meridione, e che ha tessuto collegamenti con tutto il mondo, dalle organizzazioni islamiche ai trafficanti di armi,  lega rapporti con i poteri  e si nasconde dietro le istituzioni, la politica e la magistratura.

Dalle loro parti li chiamavano ”i figli dei boschi”, perché venivano dall’Aspromonte. Ma Luciano, Luigi e Leo, le anime nere e dannate, percorrono a velocità folle le strade del mondo globale, alla ricerca di un pezzo di paradiso, prima che un paio di manette o una scarica di pallottole li fermino per sempre, attori e vittime di un gioco troppo grande vittime.  I romanzi di Ciriaco, tradotti in Francia dall’editrice Metaili (che pubblica Camilleri, De Cataldo, Lucarelli e molti altri autori di gialli e noir),  fotografano con lucidità una realtà che affonda nella cronaca. Rappresaglie alle aziende, strani incidenti nell’universo delle holding del lusso, e impensabili collusioni. E il volto inedito e pulito di criminali in giacca e cravatta che hanno inondato l’Europa di eroina e cocaina.