Fantafestival, una storia che viene da lontano. E cerca novità

Si è conclusa a Roma l’edizione numero 37 del Fantafestival (dal 22 al 26 novembre), storica rassegna (nata nell’81) dedicata al fantasy e all’horror, capace di resistere al tempo, nonostante le molte difficoltà. Tra i vincitori il thriller horror di Giorgio Bruno “Almost Dead”…

Basta scorrere la galleria fotografica delle varie edizioni che trovate sul sito del Fantafestival per capire che questo è un festival che, come si diceva un tempo, viene da lontano. Dal lontano 1981, quando nacque a Roma per iniziativa di un gruppo di appassionati con alla testa Alberto Ravaglioli, e arrivato, tra alterne fortune, fino a oggi con l’edizione numero 37 conclusasi pochi giorni fa nella capitale.

Un festival che in qualche misura, allora, raccolse l’eredità dello storico «Festival internazionale del film di fantascienza», nato e svoltosi a Trieste dal 1963 al 1982 (risorto poi nel 2000 con il nome di Trieste Science+Fiction Festival). Anni dopo, nel 1987, venne il «Dylan Dog Horror Fest», nato per iniziativa dell’editore Sergio Bonelli sulla scia del successo «mostruoso» del fumetto creato da Tiziano Sclavi.

In quel prefisso «fanta» sta, in parte, il segreto della longevità del Fantafestival: dall’originaria fantascienza alle declinazioni del fantastico in fantasy e horror. Sempre, comunque, alla ricerca delle novità internazionali e italiane, senza inseguire grandi produzioni e fantasmagorici effetti speciali ma restando fedele a una certa ingenuità e artigianalità tecnica e narrativa.

Dunque, festival di genere o di generi che sempre più sembra essere la porta stretta attraverso cui far passare innovazione e talenti. Festival «povero», tanto snobbato dai finanziamenti dispensati ai «soliti noti» quanto sostenuto dalla calda partecipazione di un pubblico di aficionados.

È stato così anche quest’anno che ha visto passare sullo schermo e nella sala del cinema Savoy di Roma lungometraggi, corti, piccoli eventi, incontri e ospiti (da ricordare la bella serata dedicata a Biagio Proietti, un autore e un regista delle migliori stagioni della nostra tv, con la riproposizione di due sue chicche come Storia senza parole e La casa della follia). È stato anche un anno da ricordare per la partecipazione di giovani e nuovi autori, di sceneggiatori, produttori e musicisti – la musica e le colonne sonore sono un pilastro di questo genere di film – non tutti eccelsi ma che testimoniano comunque di una vitalità di un «nuovo» cinema italiano.

Questi, per la cronaca, i premi della 37^ edizione del Fantafestival.
A decretare i vincitori del Pipistrello d’oro, è stata una giuria di esperti del settore composta dal regista, sceneggiatore e critico Luigi Cozzi, da Paolo Gaudio (regista e critico cinematografico) e da Fabio Babini (critico cinematografico e musicale).

A vincere il Pipistrello d’oro come miglior lungometraggio italiano è stato il è stato il thriller horror di Giorgio Bruno Almost Dead, mentre il miglior lungometraggio straniero è andato a Matar A Dios firmato da Caye Casas e Albert Pintó.

Per la sezione cortometraggi, il premio per il miglior corto italiano è stato vinto da I vampiri sognano le fate d’inverno? di Claudio Chiaverotti, un fumettista della scuderia Bonelli, ospite di una serata tutta dedicata al fumetto horror e nella quale si è vista l’anteprima di Splatter. La rivista proibita, un doc dedicato alla rivista, nata nel 1989, che provocò infinite polemiche e fu la palestra di uno stuolo di bravissimi autori e disegnatori.

Il premio per il miglior corto straniero è andato a Cuerno Oe Hueso di Adrián López. Infine, il Premio Mario Bava, per la migliore opera prima di produzione italiana, è stato assegnato dalla giuria composta da Carlo Modesti Pauer e Leopoldo Santovincenzo a The Antithesis di Francesco Mirabelli.